Referendum, sfida sull’informazione tv

Referendum, sfida sull’informazione tv
La Lega: la Rai risponda in Parlamento. Appello a Ciampi di Ulivo e radicali. La Cei: andate alle urne
ROMA - A quattro giorni dal referendum costituzionale sul passaggio di competenze dallo Stato alle autonomie locali, scampoli di polemica appaiono sulla scena politica. Con contrapposizioni insolite, visto che abbandonando la posizione di schieramento gli amministratori locali del centrodestra (con l’esclusione del presidente della Regione Veneto Galan) sono a fianco dell’Ulivo per sostenere il sì alla riforma approvata dal centrosinistra. Un aspetto, questo, sottolineato più volte dall’opposizione e ripetuto ancora ieri da Massimo D'Alema. «Dalla maggioranza vengono tre messaggi: votare sì, votare no e stare a casa… - ha detto il presidente dei Ds - E' inquietante, è segno di grande confusione mentale». D’Alema inoltre invita a partecipare al voto di domenica come segnale di «tenuta democratica» e in quanto «valore di una prima prova politica». Francesco Rutelli invece avverte che «se vincesse il no sarebbe il caos: la riforma avvicina i cittadini ai comuni, alle province e alle regioni senza fare a pezzi l’Italia, come vorrebbe la Lega».
GOVERNO - Il governo, per bocca del ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, insiste nell’affermare la propria neutralità rispetto alla consultazione confermativa. Però, aggiunge La Loggia, «per ben 4 volte la Casa delle Libertà ha bocciato quella legge». Ancora: «Sarebbe opportuno che ci si concentrasse sul nostro progetto, che presenteremo dopo il voto». Parole su cui si innesca un’altra polemica: Dario Franceschini, coordinatore dell’esecutivo della Margherita, scaglia l’accusa di «arroganza istituzionale»: «E’ offensivo nei confronti della Costituzione e dei cittadini, il loro voto sarà ignorato?»; e La Loggia spiega: «Non sono stato chiaro, noi vogliamo realizzare un federalismo più completo, riscrivendo la modifica». Agazio Loiero, vicepresidente dei deputati della Margherita, replica invece a un altro ministro. Riferendosi al "veto" di Umberto Bossi di affiancare la parola federalismo alla riforma, Loiero afferma: «Domenica gli italiani dovranno scegliere tra una legge autenticamente federalista e il tentativo della Lega di sostituirla con un disegno di fatto secessionista».
APPELLI - Intanto dalla Conferenza episcopale italiana arriva l’invito a non disertare le urne. La Cisl invece chiede di votare sì. E mentre il centrosinistra attacca la maggioranza per la scarsa informazione radiotelevisiva sull’appuntamento di domenica, la Lega chiede la convocazione davanti alla Vigilanza del presidente della Rai Zaccaria «per rispondere della disinformazione che Viale Mazzini sta attuando sul referendum». Un appello al presidente della Repubblica Ciampi parte infine da centrosinistra e radicali lombardi: «Non si ha ancora un regolamento dell’informazione della campagna referendaria, i cittadini non sono in grado di conoscere i contenuti della riforma».
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Daria Gorodisky
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 Politic
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