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Rinascente: nuovi padroni e vecchi metodi

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    venerdì 30 settembre 2005

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    Rinascente
    Nuovi padroni e vecchi metodi
      Il gruppo Rinascente-Upim è passato di mano lo scorso marzo. Per tamponare il buco Fiat, l'Ifil lìha vendutanper 880 milioni di euro a una cordata formata da Pirelli Real Estate, Deutsche Bank e investitori associati Borletti.

      Un parziale ritorno alle origini: Senatore Borletti nel 1971 rileva il grande magazzino in piazza Duomo, creato quarant'anni prima da Ferdinando Bocconi, e lo trasforma ne «La Rinascente» (nome coniato da Gabriele D'Annunzio).

      Come biglietto da visita, i nuovi padroni hanno disdettato tutti gli accordi integrativi (la disdettite sta dilagando nella grande distribuzione, la stessa cosa sta succedendo nel Gruppo Coin).
        Per questo domani si sciopera nei 18 magazzini Rinascente e nei 147 dell'Upim. Una risposta ovvia, naturale, obbligata da parte dei sindacati del commercio. Non per Vittorio Radice, amministratore delegato del Gruppo Rinascente-Upim. Lui, si aspettava un mazzo di fiori.

        «Francamento, la proclamazione di questo sciopero ci lascia, a dir poco, sorpresi e basiti», ha scritto Radice nella lettera inviata il 22 settembre «a tutti i colleghi». La missiva si chiude con il pressante invito a dirigenti e impiegati perchè diano la loro «disponibilità» a rimpiazzare le commesse in sciopero. «Per garantire, quanto più possibile, un adeguato servizio al cliente». Un metodo antisciopero in uso da anni. Noi, quindi, non ci stupiamo. Stupisce, semmai, che per fare un nuovo contratto integrativo - «che tutti voglioni migliorativo», assicura il gaglioffo ad - si debba azzerare il precedente.

        Fisascat, Filcams e Uiltucs, nel rendere pubblica la letteria, segnalano l'assunzione alla vigilia dello sciopero di lavoratori interinali in alcune filiali Upim. «Questa è attività antisindacale. Ci muoveremo di conseguenza».

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