Ristorazione: Aramark (Usa) punta sull'Italia
 Venerdí 20 Giugno 2003
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Aramark (Usa) punta sull'Italia
 Ristorazione - Il gruppo cresce in Europa e valuta intese con Pellegrini VINCENZO CHIERCHIA
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MILANO - Si infiamma il fronte della ristorazione organizzata italiana, sull'onda dei progetti messi in campo dai big d'Oltralpe, sia nel campo della ristorazione collettiva (orientata alle comunità) sia in quello del business commerciale, quest'ultimo stimolato dalle gare per i servizi per chi viaggia (gare Autostrade, stazioni, aeroporti). Voci sempre più insistenti (ma non confermate ufficialmente) riferiscono di contatti stretti tra il gruppo statunitense Aramark e l'italiana Pellegrini. Rumor di mercato riferiscono di una due diligence in atto, probabilmente relativa a una partnership tra i due gruppi. Pellegrini è tra le aziende leader in Italia nel campo della ristorazione collettiva. Il gruppo Aramark opera negli Stati Uniti e in altri 18 Paesi, tra cui Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Irlanda e Germania. L'esercizio 2002 è stato chiuso con un giro d'affari di 8,8 miliardi di dollari (+13%). Se i contatti con Pellegrini saranno finalizzati, il panorama italiano della ristorazione organizzata (e collettiva in particolare) si arricchirà di un nuovo e importante protagonista. Nel frattempo il gruppo transalpino Elior (2,6 miliardi di fatturato) sta consolidando le posizioni in Italia, con l'acquisizione piena della società italiana Ristochef che conta un giro d'affari di 157,5 milioni di euro, con 200mila pasti al giorno e 3.500 dipendenti. Voci di mercato riferiscono di possibili intese tra Elior-Ristochef e il gruppo petrolifero TotalFina-Elf per il business su strada in Italia. Nel frattempo il gruppo britannico Compass, tra i leader mondiali della ristorazione organizzata, ha acquisito la italiana Onama, ha corteggiato invano Ristop (finita nell'orbita dell'Autostrada Serenissima), e ha rilevato la Plose che gestisce alcune aree autostradali in Alto Adige e in Austria. Compass ha poi dato vita a Moto, in partnership con Cremonini. Insomma, il settore della ristorazione è interessato da un tourbillon di contatti e probabili trattative. Voci insistenti riferiscono anche di contatti avviati dalla Gama di Verona (un centinaio di milioni di euro di fatturato) con possibili partner finanziari. «Il nodo del mercato italiano - spiega Ilario Perotto, presidente dell'Angem, l'associazione delle aziende di ristorazione collettiva - è dato dal fatto che molte realtà medio-piccole non hanno saputo tenere il passo del mercato. I consumi si sono evoluti e oggi si richiedono servizi di altissima qualità. Siamo passati dalla ristorazione collettiva come servizio sociale a un vero business che ha ormai orizzonti globali. Il mercato italiano è invece rimasto molto frammentato. Accanto ai grandi gruppi c'è una miriade di realtà minori le quali subiscono il fatto che i margini nel settore sono oggi molto compressi. Comunque ci sono importanti prospettive di crescita, credo intorno al 60%, se passeranno in outsourcing tutti questi servizi di ristorazione oggi assicurati in autogestione in tanti comparti, dalla sanità alle forze armate e alle scuole. La vera sfida si gioca su servizio e qualità». Secondo i dati Gira-Sic, in Italia ci sono 33 pasti per abitante l'anno nelle strutture di ristorazione collettiva a fronte dei 62 della Francia e dei 59 della Gran Bretagna. Il mercato italiano della ristorazione collettiva cresce però molto lentamente, secondo il Gira-Sic. Nel settore collettività (stime Fipe) si consumano 2 miliardi di pasti l'anno, di cui 480 milioni l'anno riguardano le scuole (circa 2,7 milioni al giorno).
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