14/5/2001 ore: 14:15

Roma: Commando assalta portavalori. Ora è incubo

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Lunedì 14 Maggio 2001

Via Appia/I vigilantes della Mondialpol erano andati a ritirare l’incasso di un’agenzia filippina. Quattro banditi li aspettavano nel cortile
Commando assalta portavalori. Ora è incubo

Ennesimo agguato a colpi di fucile. Ferita la guardia che fu già colpita a ottobre a Tor Bella Monaca

di MARCO DE RISI

e GIUSEPPE MARTINA


Un altro portavalori preso di mira. Un altro agguato che poteva finire nel sangue. Stavolta i banditi volevano "solo" il plico con 100 milioni che un furgone della Mondialpol stava prelevando ieri sera da un'agenzia privata filippina al civico 59 di via Appia Nuova. Si era appostati in un pub, chiuso di domenica, che affaccia sul retro: dalla porta a vetri antipanico del locale hanno osservato i movimenti dei vigilantesi. E lì hanno atteso, prima di sbucare al momento opportuno nell'androne e prenderli alle spalle. Volevano la busta con la quale due guardie giurate, Massimiliano Truccolo, 35 anni e il capomacchina Alessandro Valente, 35 anni anche lui, stavano discendendo le scale di un elegante palazzo a due passi da piazza San Giovanni.
E non hanno esitato a sparare quando una delle due ha cercato di reagire. Massimiliano Truccolo, già ferito nell'altro assalto - con bombe e mitra - a un blindato della sua società avvenuto a Tor Bella Monaca il 30 settembre scorso, è caduto per terra: raggiunto all'inguine e al braccio destro dai pallini di un fucile da caccia calibro 12, non è grave. «Anch'io ho provato a reagire - racconta Alessandro Valente - "sto' bastardo" mi ha detto uno di loro, accento romano, tirandomi un cazzotto sulla guancia. Hanno preso il plico e sono scappati...». Erano in quattro, incappucciati e armati di fucile e pistola e arrivati a bordo di un maxi scooter e di un'auto, poi utilizzati a quanto pare per la fuga. «Un'azione che non presenta alcuna analogia con i colpi di Tor Bella Monaca e al centro commerciale "I granai"» sottolinea subito il capo della Mobile, Nicolò D'Angelo arrivato sul posto insieme al funzionario Maurizio Improta e al dirigente del "113" Vincenzo Vuono.

Un piano studiato nei dettagli scattato molti minuti prima delle 20.30 in via Urbino alle spalle di via Appia Nuova: qui i bandito forzano la saracinesca del pub Black Shave, s'introducono all'interno e lì aspettano l'arrivo del furgone della Mondialpol, carico di denaro. L'autista rimane al volante, un'altra guardia Emiliano Bolletta rimane davanti al portone di legno massiccio del palazzo che ospita, oltre a uno studio notarile, un'agenzia di rimessa fondi dove tanti immigrati filippini depositano i loro risparmi, denaro da inviare poi alle famiglie rimaste in patria. Massimiliano Truccolo e Alessandro Valente vanno dentro, salgono le scale fino al secondo piano dove ha sede l'agenzia finanziaria. All'interno dieci persone, tutte filippine, che lavorano di domenica e che come ogni domenica consegnano ai due metronotte il plico con il denaro. Sembra filare tutto liscio. «Avevamo controllato il pianerottolo, era tutto posto - racconterà poi Alessandro Valente - appena scese le scale, quelli sono sbucati da dietro nell'androne. Hanno sparato a Massimiliano che stava reagendo, aveva la mano alla fondina. Quando quelli sono andati via passando sempre per il retro, attraverso quel pub, gli ho slacciato i pantaloni al mio collega, ho visto i pallini del fucile. Che sfortuna, quel ragazzo a settembre gli era esplosa davanti agli occhi una bomba...». Massimiliano Truccolo, sposato e padre di una bambina di 10 anni e di un maschietto di 8, viene ricoverato al San Giovanni. Nessun'altro s'accorge di nulla. Non ci sono altri testimoni. «Ho sentito all'improvviso bum bum, due colpi secchi di fucile - dice Emiliano Bolletta - ma io non potevo fare niente perché il portone del palazzo era chiuso dall'interno e io stavo fuori. Fino a quel momento non era uscito nessuno di lì, tranne due secondi prima un signore che doveva gettare l'immondizia. Poi ho visto uscire Alessandro (Valente), chiama la polizia mi ha detto, c'è stata una rapina».


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