18/5/2005 ore: 10:56
Scommesse e concessioni, stranieri contro Sisal
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L’accordo è stato rinnovato da poco, ma senza una gara pubblica. «Norme eluse fin dal 1996» Scommesse e concessioni, stranieri contro Sisal Il 6 luglio il Tar dovrà esaminare il ricorso di Stanley e Tipp: «Illegale il comportamento dei monopoli» Non solo banche. Gli occhi degli operatori economici stranieri non si fermano agli istituti di credito. Perché se è vero che l’italiano è popolo con elevata propensione al risparmio è anche vero che il gioco d’azzardo è tra le sue passioni preferite. Una passione che ha portato a scommettere complessivamente 23,1 miliardi di euro nel solo 2004 (erano 16 miliardi nell’anno precedente, quando però non si avvertiva la febbre per il «53» ritardatario per oltre 150 estrazioni sulla ruota del Lotto di Venezia). Un banco ricco, che ha attirato l’attenzione degli operatori esteri. Non solo i bookmaker, ma anche l’inglese Stanley international e la tedesca Tipp 24, intenzionate a rovinare la festa all’italianissima Sisal, la mamma di tutte le scommesse, che ha recentemente cambiato proprietario, allargando il proprio capitale da Rodolfo Molo (erede di Geo Molo, che nel 1945 fondò la società con Fabio Jegher e Massimo della Pergola), al fondo italiano di private equity Clessidra promosso dall’ex manager della Fininvest, Claudio Sposito. Stanley e Tipp vogliono far concorrenza a Sisal e hanno puntato il dito contro l’Aams (l’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato), il ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle entrate: l’accusa è aver prorogato a Sisal la concessione quinquennale sul Superenalotto (che nel 2004 ha incassato 1,835 miliardi di euro, il 12,6% delle puntate, con un aggio pari a 85,147 milioni di euro), senza una gara pubblica, cui avrebbero voluto partecipare entrambe le concorrenti straniere. Stanley e Tipp hanno fatto ricorso al Tar, e il 6 luglio c’è la prima udienza. «Il fatto per noi è semplice - dice Daniele Zanni, avvocato dello studio White & Case - quando l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato lo scorso settembre ha prorogato la concessione a favore di Sisal per il gioco del Superenalotto per un ulteriore quinquennio senza aver indetto alcuna gara pubblica, si è contravvenuto alla normativa nazionale e comunitaria. Già la gestione nel periodo 1996-2001 del Superenalotto era stata concessa a Sisal in modo illegale, così come le due successive proroghe biennali, di cui l’ultima scaduta il 31 marzo scorso. Il nuovo affidamento quinquennale costituisce a tutti gli effetti una nuova concessione e, come tale, dovrebbe essere affidata tramite procedure di evidenza pubblica. Una gara che invece non è stata fatta e a cui altri operatori, tra i quali Puntogioco24 del gruppo Tipp24 sarebbero interessati a partecipare. L’impressione è che si voglia mantenere il mercato italiano dei giochi nella stessa situazione di chiusura anticoncorrenziale che lo caratterizza da circa 50 anni». Puntogioco24 è comunque già attiva in Italia. «Noi - dice Marcus Geiss, amministratore delegato della società italiana, controllata dalla tedesca Tipp24 - offriamo ai giocatori italiani la possibilità di giocare online al Superenalotto. La Sisal però, secondo il nostro parere per evitare un potenziale concorrente, si è opposta alla nostra iniziativa commerciale e in particolare al nostro sito www.pg24.it con un’azione giudiziaria che il tribunale di Monza ha rigettato. In palese violazione del principio di concorrenza ci è stato poi impedito di concorrere insieme a un partner alla gestione del Superenalotto, di cui siamo interessati alla distribuzione online. Per questo abbiamo adito la competente Autorità giudiziaria italiana ed è nostra intenzione denunciare il comportamento di Sisal e Aams alla Commissione europea e all’Autorità Garante della Concorrenza italiana. Siamo sorpresi dall’atteggiamento degli operatori del mercato e in particolare di Aams e Sisal, la cui condotta è stata più volte oggetto di segnalazione dell'Antitrust, che già nel dicembre scorso ha sanzionato Sisal e Lottomatica con una multa per complessivi 10,8 milioni di euro per aver stretto un patto contrario alla libera concorrenza». E mentre Sisal preferisce non parlare, inizia la battaglia giudiziale: c’è da scommettere che non finirà presto. Stefano Righi
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