13/12/2007 ore: 9:38
Se la paura svuota i supermercati
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Grandi incassi per negozi e benzinai, traffico ridotto, speculazioni sui prezzi e industrie che sospendono la produzione. Ecco gli effetti del blocco Grandi incassi per i supermercati e per i benzinai, speculazione sui prezzi dei generi alimentari, soprattutto frutta e verdura, mancanza totale di latte, sospensione della produzione in alcune industrie fatta pagare agli operai messi temporaneamente «in libertà», un po' di rifiuti abbandonati in più, e grande sofferenza degli animali trasportati e rinchiusi negli autotreni. Il bilancio di tre giorni di blocco dei Tir si può a grandi linee per il momento sintetizzare così. Con qualche variante di colore: saltata ad esempio ieri sera a Roma la messa in scena dell'Aida al teatro Olimpico perché i camion che trasportavano le 220 marionette, i costumi e le scene di cui si avvaleva la Compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli sono stati bloccati in autostrada. Con la fine delle scorte di benzina e di conseguenza la chiusura di molti distributori, il primo effetto particolarmente visibile ieri nelle grandi città italiane era il traffico ridotto. Poche ma lunghissime le file ai benzinai ancora aperti e strade semivuote come durante gli esodi estivi. I taxi e i mezzi pubblici però non ne hanno risentito molto tranne qualche corsa extraurbana che è stata annullata. I tassisti infatti non si sono fatti trovare impreparati e hanno fatto il pieno in tempo o, come è successo a Roma, il comune ha messo loro a disposizione le scorte dei depositi Atac. Per le ambulanze e le auto delle forze dell'ordine, dei pompieri e dei vigili invece il carburante è arrivato in autobotti scortate dalla polizia. Il primo servizio pubblico che invece è saltato in molte città è stato, ovviamente, la raccolta della spazzatura. Ma a indurre gli automobilisti a lasciare a casa l'inquinante veicolo ha contribuito più la paura di trovarsi irrimediabilmente a secco che la vera mancanza di carburante. Anche se nelle grandi città come Roma c'è stato anche chi ha mercanteggiato taniche di benzina con altri automobilisti più previdenti, manco fossimo in guerra. La stessa paura che ha indotto anche gli acquirenti a saccheggiare gli scaffali dei supermercati rimasti inesorabilmente vuoti. Paradigmatica la situazione nella capitale, dove i mercati generali così come le celle frigorifere del mattatoio sono rimaste senza riserve. L'ultimo approvvigionamento risale infatti all'alba di lunedì. «Martedì siamo andati a rifornirci ma non abbiamo trovato molto - spiegano i negozianti di Piazza Vittorio, uno dei più grandi mercati al dettaglio romani - il giorno dopo abbiamo evitato di andare inutilmente anche perché dobbiamo razionare le nostre scorte di benzina». I prezzi all'ingrosso, spiegano, soprattutto quelli di frutta e verdura sono anche già lievitati, di 10, 20 centesimi al chilo. Molto di più ovviamente quelli al dettaglio. Per le carni invece il problema dell'esaurimento scorte rimarrà anche nel caso si dovesse concludere immediatamente la protesta, ora che l'accordo sembra più vicino: «Chi come noi si rifornisce dal nord Italia dovrà attendere un giorno o due in più - racconta un macellaio romano - perché per paura di non smaltire la carne gli animali non sono stati nemmeno macellati». La preoccupazione dei commercianti c'è, ma a dire il vero anche la solidarietà con gli autotrasportatori in sciopero. «Fanno bene, usare la forza è l'unico modo per farsi sentire», dicono i più arrabbiati citando l'esempio dei tassisti. I napoletani invece, che già parlano di «economia da guerra», si sono svegliati in una città con molti negozi chiusi, molta immondizia in più, e i prezzi di quelli aperti alle stelle: raddoppiati addirittura in alcuni mercati i costi di frutta e verdura. In tutto questo la notizia che avremo meno pandori Bauli farebbe sorridere se non fosse per gli 800 operai dei cinque stabilimenti nel veronese che sono stati messi al momento in stand by. |