Sindacati e imprenditori sposano le tesi di Fazio
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1 Giugno 2004
Sindacati e imprenditori
sposano le tesi di Fazio
ROMA
Sembra di essere tornati a venerdì scorso, al giorno dell’assemblea di Confindustria: praticamente tutti i commenti delle personalità del mondo dell’impresa e del sindacato alle «Considerazioni Finali» di Antonio Fazio sono positivi e lusinghieri. Qua e là emerge un distinguo, una sottolineatura: ma l’eco largamente favorevole alle parole del Governatore non fa altro che replicare quella che ha seguito la prima relazione di Luca di Montezemolo in qualità di presidente di Confindustria. Del resto, anche Fazio ha rilanciato con forza lo strumento della concertazione e della ricerca di una convergenza tra le parti sociali per la realizzazione di alcune riforme.
In campo sindacale, il più entusiasta è il leader della Cisl Savino Pezzotta, secondo cui «la concertazione insieme alla politica dei redditi sono elementi essenziali al rilancio del paese». Per il sindacalista, la relazione di Fazio «dice cose chiare sul rilancio dell'economia con la convergenza tra le parti sociali», e «ha messo fine a pessimismi e ottimismi, chiamandoci tutti a confrontarci con la realtà». Qualche cautela in più arriva da Uil e Cgil. Per il leader Uil Luigi Angeletti, «è chiaro che nessuno può sperare in questo paese di fare qualcosa da solo. È una relazione onesta e schietta, fa una fotografia non di parte del paese, soprattutto quando dice che bisogna fare investimenti». Tuttavia, per Angeletti, non è condivisibile l’invito di Fazio alla moderazione salariale, perché le retribuzioni «sono basse e vanno aumentate». Stesso discorso dal segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: «è un quadro onesto della situazione del paese: un paese che non cresce, un declino industriale visibile, conti pubblici non a posto». Tuttavia, a giudizio di Epifani «manca una analisi sulla distribuzione dei redditi, cosa che avrebbe confermato che ci sono redditi dei dipendenti e dei pensionati ai quali non si può rispondere con una politica di moderazione salariale». Al contrario, l’Ugl (il sindacato vicino ad An) con il segretario Stefano Cetica parla di «clima di restaurazione del potere del credito e di autoassoluzione per le responsabilità della Vigilanza rispetto agli esiti sui risparmiatori dei crack Cirio e Parmalat».
«Mi pare una relazione che richiami i temi del presidente di Confindustria - dice Marco Tronchetti Provera, numero uno di Telecom e Pirelli - sulla necessità di far sistema. E di una collaborazione banche-impresa per il rilancio del paese ed il recupero della fiducia». «Una buona relazione», commenta il nuovo presidente e amministratore delegato delle Ferrovie, Elio Catania, che ha apprezzato soprattutto i richiami su «produttività, innovazione e tecnologie per la produttività». Condivisibile anche il richiamo ai «fondamentali della questione economica e finanziaria, all'intero sistema finanziario del paese». Per l’amministratore delegato di Enel Paolo Scaroni, «mi è piaciuto l'accenno a questa squadra imprese-banche per ridare rilancio all'economia del nostro paese. Un po’ sull'onda di quanto ha detto Montezemolo qualche giorno fa in Confindustria». A giudizio del presidente e ad di Alitalia Giancarlo Cimoli, «è stata una relazione molto puntuale e precisa, e io mi ritrovo esattamente in quello che è stato detto». «La relazione del Governatore mi è piaciuta - spiega l’industriale Roberto Colaninno - perché ho visto spunti di ottimismo. Importanti soprattutto le incentivazioni a fare di più per cogliere tutte le opportunità». Il presidente di Cir Carlo De Benedetti, invece, richiama il capitolo più preoccupato dell’analisi di Fazio sullo stato di salute dell’economia italiana, che definisce «una foto puntigliosa e documentata» della situazione del paese. «Mi spiace dirlo - afferma De Benedetti - ma è un'immagine certamente triste per la situazione italiana e del suo declino, sia in ordine alle nostre quote di commercio mondiale, sia in ordine alle quote di esportazione e del peggioramento dei nostri conti pubblici che mostrano un avanzo primari in declino». Il presidente di Confcommercio Sergio Billè, infine, parla di una «relazione nitida», con un'analisi che «dà un contributo positivo, soprattutto in una fase come quella che stiamo vivendo in cui c'è un appannamento dei valori fondanti del nostro paese e incertezze sulle prospettive economiche e di sviluppo della nostra economia».
[r.gi]