8/7/2005 ore: 12:19
Snai e Lottomatica, scommessa vincente in Borsa
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LUCA PAGNI Un successo che è sicuramente legato al boom delle scommesse e del gioco d’azzardo nel nostro paese, figlio della liberalizzazione avviata dal governo dal 2002. Politica che ha portato l’Italia, per volume di giocate, prima ai livelli dei paesi nordici e anglosassoni, per poi superare molte nazioni e installarsi dal 2004 al terzo posto della classifica mondiale dietro Usa e Regno Unito (nel 2003 era sesta). In Europa l’Italia è addirittura prima come spesa procapite a quota 405 euro, il che significa che la mania del gioco è trasversale a tutta la popolazione. Secondo il rapporto Eurispes, scommesse e gioco d’azzardo hanno rappresentato per il nostro paese il 2% del pil alla stratosferica quota di 23,1 miliardi di euro. Va sottolineato che, a differenza di altre nazioni, in Italia non è ancora decollato il canale on line. Un po’ per diffidenza da parte di banche e giocatori che non si fidano a lasciare in rete i codici delle carte di credito. Un po’ perché i giocatori con più anzianità di servizio sono ancora legati alla scommessa in sala corse. Tutti numeri che possono spiegare l’andamento di Snai e Lottomatica. Del resto, va segnalato che il successo dei giochi attraversa tutta l’Europa e tutte le società quotate: l’indice Gbgc dei 50 principali titoli gambling in tre anni è salito del 185%. Lottomatica è una storia di successo. Acquistata nel 2002 dal gruppo De Agostini, ha chiuso il 2004 con un utile netto di 61,2 milioni su ricavi per 582 milioni (in aumento del 16,7% rispetto ai dodici mesi precedenti) e dal marzo scorso fa parte dei 40 titoli dello Standard&Poor’s Mib, l’indice dell’eccellenza di Piazza Affari. Gli utili record per il 2004 di Lottomatica che gestisce le scommesse sulla Tris oltre il Lotto e le lotterie nazionali del Gratta e Vinci sono stati possibili per la maggior presenza di numeri ritardatari, grazie ai quali è stata realizzata una raccolta in aumento del 318% rispetto al 2003. Non manca qualche ombra: sono diminuiti i dipendenti, scesi da 1016 a 971 unità, per il deconsolidamento del Global Bingo. Nell’ultimo anno anche quella di Snai è diventata una storia di successo. La società è controllata di fatto dalle agenzie che fanno parte del circuito Snai Servizi srl con una quota di minoranza del 7% nelle mani del patto di sindacato guidato da Paninvest. Il titolo ha raggiunto i suoi massimi a 12,94 euro il 13 aprile scorso, con una corsa degna del miglior Varenne, il magnifico trottatore che è tutt’ora come stallone un asset importante del gruppo Snai: +850% in tre anni. A metà aprile il titolo ha poi ceduto di schianto fino a risalire alle attuali quotazioni. Ma motivi particolare per giustificare l’ottovolante dell’azione non ce ne sono, se non la speculazione che aveva spinto il valore delle azioni molto in alto. Troppo per una società che comunque ha chiuso l’ultimo bilancio in utile di 7,6 milioni e un ebidta di 16,9 milioni e che soltanto dal settembre del 2004 è stata tolta dalla lista nera delle sorvegliate speciali della Consob (una delle pochissime tra la ventina di società sotto controllo per lo stato dei conti). Secondo un report di Caboto (gruppo Intesa) la crescita dei conti di Snai si spiega anche con il boom delle slot machine: oltre 15mila apparecchi collegati nelle agenzie della rete, che diventeranno 20mila entro la fine dell’anno. Una vera malattia che ha contagiato parte degli italiani e che ha portato Caboto ad alzare le stime sui ricavi di Snai in questo particolare settore, da 15 a 18 milioni dal 2006, con una crescita del 20%. Ma nello stesso report si scrive che, nonostante Snai mantenga il 74% della quota del mercato di scommesse ippiche e sportive, «il titolo ha raggiunto livelli difficilmente spiegabili con l’evoluzione naturale degli attuali business». Non per nulla, secondo gli esperti, la liberalizzazione che ha contribuito al successo di Snai potrebbe trasformarsi in un boomerang. Dall’ultimo campionato le scommesse sul calcio si giocano anche attraverso il Totosì, grazie alla rete telematica delle tabaccherie e dei bar che possono raggiungere quasi tutti gli ottomila comuni italiani. Anche laddove non sono presenti sale corse e agenzie ippiche. E il Totosì ha avuto un incredibile successo di pubblico che rischia di minare alcune rendite di posizione. Tanto che la Confesercenti ha già denunciato alla pubblica opinione il fatto che la lobby dei «monopolisti delle scommesse sta cercando di monopolizzare anche il monopolio» e spinge perché il governo vari l’ulteriore riforma che porterà alla creazione di nuovi concessionari, con una gara che coinvolgerà tutti i gruppi europei più importanti entro il 2006. |