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05.11.2003 Stangata Tremonti sulle liquidazioni di Bianca Di Giovanni
«Il governo restituisca il maltolto». L’opposizione non si stanca di chiedere (ancora) giustizia sulla tassazione del Tfr. Dopo una guerra durata mesi alla Camera e vinta da Giorgio Benvenuto, si torna in trincea in Senato, ma maggioranza e governo restano sordi. «Chi è andato in pensione nel 2003 è costretto a pagare un’aliquota del 23% sulla liquidazione rispetto al 18% di prima - spiega il senatore Lanfranco Turci - a causa dell’aliquota unica inserita da Giulio Tremonti. Per i redditi si è prevista la possibilità di utilizzare il vecchio regime nel caso fosse più conveniente, per il Tfr no». Per le casse dello Stato significa un maggiore incasso di circa 520 milioni di euro pagati di tasca propria dai neo-pensionati (a proposito delle mani in tasca agli italiani). A quei soldi evidentemente l’Economia non vuole rinunciare, visto che, prima il sottosegretario Giuseppe Vegas aveva annunciato un intervento nel decretone (che non si è visto), ed oggi si rifiuta di riparare il «danno» (ma è davvero una svista?) in Finanziaria. «È un fatto gravissimo - commenta Beniamino Lapadula (Cgil) - Mentre si favoriscono gli evasori con condoni e concordati, si penalizza il lavoro dipendente con una maggiore imposizione di 520 milioni di euro. È uno schiaffo in faccia che il sindacato non può tollerare».
Altra misura che colpisce i più deboli, quella inserita nel decretone che cancella la possibilità di ricorrere per via amministrativa (libera e gratuita) in favore di quella giudiziaria per chi si vede negare l’invalidità civile. «Le nuove norme intasano la giustizia civile - osserva Giovanni Battafarano (Ds) - obbligano il cittadino a maggiori spese e per di più eliminano le competenze di Regioni e ministeri della Salute e dell’Interno, in favore di un accentramento di poteri nelle mani dell’Economia».
Nel frattempo la Finanziaria esce dalla commissione Bilancio e si prepara al duello in Aula da domani. Oggi le opposizioni presenteranno le manifestazioni di protesta che si terranno in tutta Italia nel week-end, dal titolo «Questo governo fa l’Italia più povera - Ancora condoni, niente sviluppo, tagli a sanità, scuola e pensioni». Tra gli articoli approvati dalla Commissione Bilancio, quello sull’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali sui fabbricati (40). «Si tratta di una vera e propria nuova tassa sulla casa», accusano i senatori Fausto Giovanelli e Mario Gasbarri.
La norma è una vera bomba a orologeria: prima si introduce l’obbligo solo per le nuove polizze sul rischio incendio dei fabbricati, che andrebbero estese anche al rischio calamità. Poi si esclude l’intervento statale per i danni subiti da fabbricati non assicurati. Conseguenza: tutti dovranno assicurarsi. Ma c’è di più. «Di fatto in questo modo lo Stato sfugge alle sue responsabilità - continua Giovanelli - Nel caso delle calamità, che non dipendono da nessuno, va riaffermato il principio della solidarietà e di equità. In questo caso, invece, si fa pagare indipendentemente dal reddito». È molto peggio anche dell’Rc auto, che comunque salvaguardia il principio di equità e che riguarda la tutela di terzi a fronte di danni provocati dall’assicurato, e non dal caso o dalla natura.
Ma la maggioranza tira dritto, e annuncia i primi accordi sulla Finanziaria. Passerebbe l’idea del «bonus nonno» (voluta da An) a cui potrebbero essere destinati in parte i 232 milioni di euro del fondo famiglia oggi assegnati alle Regioni. Accordo anche sugli sgravi per le ristrutturazioni edilizie al 41% (oggi sono al 36%): una misura che si finanzia con il ritorno dell’Iva al 20% (era al 10 sempre sulle ristrutturazioni) imposto dall’Ue. I nodi da sottoporre al vaglio di un vertice tra i leader politici (si terrà entro lunedì prossimo, cioè prima del rush finale in Aula al Senato) anche la questione dell’assunzione in ruolo dei ricercatori universitari, il rinnovo dei contratti dei militari e il pacchetto più pesante, quello delle rischieste di Regioni ed enti locali.
Mercoledì alle 18,30 i governatori incontreranno il ministro Tremonti. Altro nodo da sciogliere in un secondo tempo, le risorse per la ricerca, che probabilmente verranno reperite con una riallocazione delle risorse del Lotto oggi destinate ai beni culturali. «Un altro schiaffo al ministro Urbani dopo il silenzio-assenso», commenta Giovanna Melandri. Tra gli emendamenti rispunta anche quello sull’edificabilità nelle aree colpite da incendi. In serata la Commissione ha approvato lo stanziamento di 50 milioni per un fondo per la partecipazione dei lavoratori alle imprese. Ok anche allo stanziamento di 50 milioni per il policlinico Campus Bio-Medico di Roma legato all'Opus Dei.
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