Stop all'art. 18 per il sommerso
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ItaliaOggi (Diritto e Impresa)
Numero 209, pag. 25 del 4/9/2002
di Giovanni Lombardo
ItaliaOggi anticipa i contenuti di un decreto sull'emersione che sarà varato venerdì dal governo.
Stop all'art. 18 per il sommerso
Tolto l'obbligo di reintegro per chi supererà i 15 dipendenti
Sta per saltare anche la tutela dell'articolo 18 per chi emerge dal lavoro nero. Dopo un anno di modifiche, proroghe e correzioni alla legge 383/2001, è in arrivo un altro decreto legge sul sommerso che sarà varato dal consiglio dei ministri di venerdì prossimo, così come annunciato dal ministro del welfare, Roberto Maroni. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il governo sta lavorando all'ipotesi di togliere l'obbligo di reintegro del lavoratore licenziato per le imprese che ´emergendo' superassero la soglia dei 15 dipendenti. Il nuovo decreto dovrà tenere conto dell'avviso comune concordato il 24 luglio dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dai sindacati. Tra le novità in arrivo la quarta proroga in un anno dei termini per la presentazione della dichiarazione di emersione, ora fissata al 30 novembre, la costituzione dei Cles (Comitati per il lavoro e l'emersione dal sommerso) che prenderanno il posto dei sindaci nella procedura progressiva di emersione, l'estensione da tre a cinque anni del periodo agevolabile per le imprese.
Emersione e statuto dei lavoratori. L'attuale normativa (dl 12/2002 convertito nella legge 73/2002) prevede che ´i lavoratori che aderiscono al programma di emersione e che non risultano già dipendenti dell'imprenditore sono esclusi, per il periodo antecedente nonché per il triennio di emersione, dal computo dei limiti numerici di unità di personale previsti da leggi e contratti collettivi di lavoro ai fini dell'applicazione di specifiche normative e istituti, a eccezione delle disposizioni in materia di licenziamenti individuali e collettivi'. Il blocco delle soglie numeriche fissate dallo statuto dei lavoratori al momento non riguarda le disposizioni sui licenziamenti previste dall'articolo 18. Ma già durante i lavori parlamentari di marzo, un emendamento del relatore di maggioranza del dl 12/02 al senato, Roberto Salerno (An), prevedeva la sospensione dell'art. 18 per i lavoratori emersi. La proposta fu poi ritirata su invito del governo impegnato nella trattativa con i sindacati sulla flessibilità. Adesso al ministero dell'economia si sta lavorando all'ipotesi di reintrodurre una norma in linea con quell'emendamento per rendere più appetibile per gli imprenditori l'adesione al programma di emersione.
Emersione e avviso comune. Il nuovo decreto dovrà tenere conto dell'avviso comune siglato a luglio tra sindacati (esclusa la Cgil) e organizzazioni dei lavoratori. Con ogni probabilità slitterà oltre il 30 settembre il termine per la presentazione dei piani di emersione progressiva che consentono di sanare le posizioni irregolari non solo dal punto di vista fiscale e previdenziale, ma anche in altre materie, come ambiente, sicurezza ed edilizia. Questo slittamento comporterà anche la proroga della scadenza finale per presentare la domanda di emersione fissata al 30 novembre. Altra questione riguarda i Cles che andranno a sostituire i sindaci nella valutazione dei piani di regolarizzazione progressiva presentati dagli imprenditori. Sul fronte dei benefici, dovranno essere estesi da tre a cinque anni le agevolazioni previdenziali concesse a fronte dell'emersione dall'illegalità. Questo punto, però, comporta un problema di compatibilità economica. Bisognerà trovare le risorse necessarie senza andare a intaccare il fondo per l'emersione che dovrebbe servire esclusivamente alla ricostruzione della posizione previdenziale dei lavoratori emersi. Il dl in preparazione dovrebbe estendere la possibilità di regolarizzazione anche a imprese che svolgono attività agricola non produttiva di reddito d'impresa.
Emersione e immigrati. Visti i tempi stretti, il decreto sul sommerso potrebbe anche confluire nel testo della legge per la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari. Il collegamento sarebbe dato proprio dall'avviso comune che invita a estendere i programmi di emersione anche ai datori di lavoro che occupano stranieri irregolari.