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Stoppani: La Fipe volta pagina dopo l'uscita di Billè

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    sabato 15 aprile 2006

    ECONOMIA ITALIANA - Pagina 16


    Intervista - Lino Enrico Stoppani
      ?Difender? le imprese contro la deregulation dei pubblici esercizi?

      La Fipe (Confcommercio) volta pagina dopo l'uscita di Bill?

      Vincenzo Chierchia

      MILANO - ?Sono contrario alla deregulation selvaggia delle licenze per i pubblici esercizi, penso invece che siano da sviluppare i modelli normativi equilibrati della Lombardia, dell'Emilia-Romagna o della Campania?. Lino Enrico Stoppani, 54 anni, ? stato eletto luned? 3 aprile presidente della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, aderente a Confcommercio, governata per un ventennio da Sergio Bill?. Il ricambio al vertice si ? reso necessario dopo la bufera giudiziaria che ha investito Confcommercio a causa della gestione dei fondi fuori bilancio.

      ?In Fipe di fondi ce ne sono pochi, appena 3 milioni l'anno arrivanoda Siae e quote associative, e servono per mandare avanti la struttura che conta 20 dipendenti - aggiunge Stoppani -. Eredito una Fipe disorientata, ? stato perso circa un anno di lavoro, ma siamo pronti a ripartire. Certo Bill? ha avuto una grande personalit?, ma non mi faccio intimidire?.

      Stoppani (che ha numerose cariche nell'ambito del gruppo Popolare Sondrio ed ? nel Cda della Fondazione Fieramilano) lavora a Milano nell'azienda di famiglia, La Peck, fondata da un salumiere boemo nel 1883 e rilevata nel 1970. OggiPeck ? un polo di gastronomia di qualit?, con tre punti vendita a Milano, un ristorante (due stelleMichelin) gestito da Carlo Cracco, e corner in numerosi aeroporti e grandi magazzini nel mondo (Takashimaya in Giappone, Harrod's in Gran Bretagna). Peck ha un giro d'affari di 25 milioni.

      ?Bisogna ridare slancio all'imprenditorialit? che sta alla base del sistema dei pubblici esercizi italiani - aggiunge Stoppani - ben sapendo che solo la qualit? ? la carta vincente?. Per il neo presidente Fipe pi? che la corsa ad aggregazioni, cordate e concentrazioni, conta la difesa delle imprese.

      Alle contestazioni sul fatturato sommerso dei pubblici esercizi e sui prezzi troppo alti, Stoppani replica che ?a Milano l'80% degli esercizi ha i conti in linea con gli studi di settore e che sui listini si sono scaricati i rincari degli affitti e costi generali. Bisogner? rimettere mano alla norma che disciplina la deducibilit? fiscale delle spese per i ristoranti, oggi ferma a 1/3 frazionato in 5 anni?. Porta anche ad esempio il fatto che il costo del lavoro, nell'ultimo contratto, era rincarato del 10%. ?Ora dobbiamo rinnovare gli accordi e vedremo come rimediare? aggiunge.

      Ma soprattutto Stoppani intende battersi contro la liberalizzazione di un settore che conta oltre 250mila imprese (tra bar, ristoranti, gelaterie), con un milione di addetti; i consumi fuori casa ammontano a 59 miliardi. ?I pubblici esercizi svolgono una funzione sociale - spiega -. Se uno chiude desertifica un quartiere. La deregulation delle licenze sarebbe un danno anche per la qualit? alimentare, per la sanit? dei cibi?. Detto questo Stoppani si dichiara per il rispetto delle regole e contrario a ogni forma di concorrenza sleale tra le varie categori dei pubblici esercizi (discoteche contro pub e locali serali, grandi gruppi e gestori dei ticket contro le Pmi, esercenti contro ristorazione e musica in spiaggia). ?Insomma con il gioco di squadra - conclude Stoppani - Fipe volter? le spalle al passato?.

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