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(Del 12/7/2002 Sezione: Interni Pag. 4)
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Stranieri, il vademecum della nuova legge |
PERMESSO E CARTA DI SOGGIORNO |
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Il permesso di soggiorno, a differenza di quanto accadeva in passato, verrà concesso soltanto agli stranieri che già hanno un contratto di lavoro e avrà una durata di due anni. Se l´immigrato perde il lavoro, dovrà tornare in patria. Soltanto dopo sei anni di permanenza (con le norme precedenti erano cinque) l´extracomunitario potrà ottenere la carta di soggiorno, che a differenza del permesso non ha scadenza e non deve essere quindi rinnovata. Saranno stabilite delle «quote», cioè il numero degli immigrati che verranno ammessi in Italia ogni anno. Contemporaneamente scompare la figura dello «sponsor» prevista dalla legge Turco-Napolitano, vale a dire il cittadino italiano che «chiamava» direttamente dall´estero il lavoratore extracomunitario, gli assicurava l´impiego e «garantiva» per lui.
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IMPRONTE DIGITALI |
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Agli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno nel nostro Paese (e anche a chi ne chiede il rinnovo) saranno rilevate le impronte digitali. E´ questa una delle norme che hanno suscitato più polemiche. L´opposizione ha sostenuto che in questo modo si introduce un elemento di discriminazione, la maggioranza ha replicato che i rilievi «fotodattiloscopici» sono utili all´identificazione, e quindi alla espulsione, degli immigrati irregolari. Per il centrosinistra le impronte devono essere prese soltanto a quei cittadini extracomunitari dei quali non è possibile accertare altrimenti l´identità. Una possibile soluzione non discriminatoria è l´introduzione, con la carta d´identità elettronica che dovrebbe entrare in vigore tra due o tre anni, delle impronte come elemento di riconoscimento per tutti, italiani e stranieri. Il visto d´ingresso, ottenuto lasciando le proprie impronte, sarà negato a chi è stato condannato per traffico di droga, favoreggiamento dell´immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e dei minori.
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CASA-SPORTELLO UNICO |
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Il datore di lavoro dovrà fornire garanzie sulla disponibilità di un alloggio per l´immigrato che impiega nella sua azienda o presso il suo domicilio. L´alloggio dovrà essere una casa a tutti gli effetti e non i tuguri nei quali vengono spesso ospitati i lavoratori extracomunitari. Le sue caratteristiche dovranno cioè rientrare nei «parametri minimi» di metratura, igiene, e sicurezza previsti dall´edilizia popolare. In ogni provincia sarà istituito, presso la prefettura o l´ufficio territoriale del governo, uno sportello unico dell´immigrazione che sarà responsabile dell´intero procedimento per l´assunzione di lavoratori stranieri e che vigilerà affinché le norme siano rispettate.
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LAVORATORI IN NERO |
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La legge approvata ieri non prevede che i lavoratori extracomunitari dell´industria privi del permesso di soggiorno possano essere messi in regola. Tuttavia il governo si è impegnato a varare un disegno di legge che preveda l´estensione ai lavoratori delle aziende dei benefici previsti per quelli domestici (vedi il capitoletto su: colf e badanti). La possibilità di regolarizzare chi finora ha lavorato «in nero», è stata chiesta a gran voce dalla Confindustria, preoccupata della carenza di manodopera in alcune aree del paese, in particolare nel Nord Est. Richiesta che ha trovato una dura opposizione da parte della Lega, avversa a qualsiasi provvedimento che potesse assomigliare a una «sanatoria» degli extracomunitari irregolari. La resistenza è stata superata grazie alla decisa presa di posizione dei centristi della maggioranza, l´Udc, e con la presentazione da parte dell´onorevole Bruno Tabacci di un emendamento poi trasformato in una mozione che impegna il governo.
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COLF, BADANTI, INFERMIERI |
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Ciascuna famiglia potrà regolarizzare una e una sola collaboratrice domestica, cioè chiedere per lei il permesso di soggiorno. Non è invece stato posto nessun limite al numero delle «badanti», vale a dire delle persone che lavorano assistendo malati, handicappati ed anziani, che possono essere messe in regola. La denuncia (che si chiama «dichiarazione di emersione») dovrà essere presentata entro due mesi dall´entrata in vigore della nuova legge, presso la Prefettura-Ufficio territoriale del governo competente per il territorio. Il governo ha assicurato che saranno sveltite al massimo le procedure burocratiche. Vista la grande carenza di infermieri professionali nel nostro Paese, e in particolare nel Nord, questa figura entra a far parte delle «categorie speciali» che sono sottratte alle norme sui flussi. In altre parole, un extracomunitario che ha la qualifica di infermiere professionale, in presenza di posti di lavoro disponibili, potrà entrare in Italia anche se la quota di immigrati prevista per quell´anno è già al completo
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RICONGIUNGIMENTI E MINORI |
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Il cittadino extracomunitario in regola con il permesso di soggiorno, può chiedere di essere raggiunto dal coniuge, dai figli minorenni o dai figli maggiorenni purché a carico suo e a condizione che essi non possano provvedere al proprio sostentamento. Potranno entrare in Italia anche i genitori degli immigrati a condizione che abbiano compiuto i sessantacinque anni di età e soltanto se nessun altro figlio può provvedere a mantenerli. I minorenni non accompagnati da parenti, ammessi per almeno tre anni a un progetto di integrazione sociale e civile di un ente pubblico, avranno il permesso di soggiorno al compimento dei diciotto anni. Quando il ragazzo o la ragazza saranno maggiorenni, l´ente pubblico dovrà dimostrare che si trovavano in Italia da non meno di quattro anni, avevano seguito il progetto di integrazione da non meno di tre, hanno una casa e frequentano corsi di studio oppure lavorano, o che sono in possesso di un contratto di lavoro anche se non hanno iniziato la loro attività. I permessi di lavoro ai minori o a quelli divenuti maggiorenni in Italia, non vengono conteggiati nelle quote d´immigrati ai quali viene concesso il permesso di entrare in Italia ogni anno.
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ESPULSIONI |
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Come nella vecchia legge, anche nella Bossi-Fini lo straniero privo di permesso di soggiorno viene espulso per via amministrativa. In altre parole, non viene sottoposto ad un processo. Se l´irregolare è privo di documenti e rifiuta di dare le sue generalità, viene portato in un «centro di permanenza» dove rimarrà sessanta giorni, durante i quali si cercherà di identificarlo. La legge precedente prevedeva che il periodo di permanenza fosse soltanto di trenta giorni. Se entro i due mesi previsti si riesce a identificare l´extracomunitario irregolare, e se sono in vigore con il paese di provenienza i cosiddetti accordi di riammissione, se cioè lo Stato di origine è disposto a farlo rientrare, egli viene accompagnato alla frontiera. Se invece le generalità del clandestino non vengono scoperte, gli viene intimato di lasciare il territorio italiano entro tre giorni (precedentemente i giorni erano quindici). Un´altra novità delle norme appena approvate è che lo straniero espulso che rientra irregolarmente in Italia compie un reato e viene quindi processato. |
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PENE E MULTE |
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Fra gli obiettivi della legge c´è anche quello di contribuire a stroncare l´immigrazione illegale prima che l´extracomunitario clandestino giunga nel nostro Paese. A questo scopo, la Bossi-Fini dà più poteri alle navi della Marina militare impegnate a pattugliare le coste e nelle operazioni per bloccare le cosiddette «carrette del mare», le imbarcazioni sulle quali i clandestini approdano sulle nostre coste. Inoltre, la legge prevede anche «premi» per i pentiti: gli scafisti, i mercanti di uomini, che accettano di collaborare con le forze dell´ordine e con i magistrati italiani e aiutano a raccogliere prove, ad individuare e a catturare organizzatori e manovali del traffico di immigrati, avranno uno sconto di pena che potrà arrivare fino alla metà di quanto previsto. Chi fa lavorare extracomunitari privi del permesso di soggiorno (o con permessi falsi o scaduti) rischia l´arresto, da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno di carcere e una multa fino a 5000 euro per ogni lavoratore non in regola. Se un extracomunitario contrae un finto matrimonio con un cittadino italiano (come accadeva a Gérard Depardieu nel film "Green Card"), per ottenere il permesso di soggiorno, tale permesso verrà revocato.
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