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Supermercati, stranieri al 25%
 Grande distribuzione - Analisi Cermes-Bocconi: in crescita la presenza delle multinazionali in Italia
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MILANO - Frena nel 2002 il tasso di sviluppo della grande distribuzione in Italia, ma ci sono segnali di recupero, i grandi gruppi stranieri acquistano sempre più peso, i margini di gestione di supermercati e ipermercati salgono, ma il sistema italiano resta comunque arretrato a confronto con i principali Paesi d'Europa. Questa in estrema sintesi la fotografia scattata dall'Università Bocconi con il tradizionale Rapporto annuale sulla distribuzione in Italia realizzato dal Centro studi Cermes. Il fatturato. La crescita del giro d'affari è sempre in frenata. Il tasso annuo globale si è abbassato al 6,7% nel 2002 dal 7% del 2001 (+8,5% nel 2000 sul 1999). A parità di rete, ossia non tenendo conto dell'effetto delle nuove aperture, la crescita del fatturato si attesta al 3,3% nel 2002, rispetto al 4,3% del 2001 e al 4% del 2000. La crescita maggiore lo scorso anno è stata registrata a Sud (+10,3% in accelerazione rispetto al +6,8% del 2001) a fronte di una media nazionale del 6,7 per cento. Nel mese di gennaio 2003 la crescita del giro d'affari si è portata sul +9,7% nel complesso (+12,2% al Sud e +11 al Centro). I canali. Gli ipermercati stanno allungando il passo. L'incremento del giro d'affari 2002 è stato del 7,1% che è passato al +15,9% nel mese di gennaio di quest'anno. In crescita lieve i supermercati con un +7,9% a gennaio a fronte del +6,8% dell'intero 2002. In supermercati e ipermercati è stata rilevata a gennaio una flessione media dei prezzi finali dell'1,6% per le grandi strutture e dello 0,6% per quelle medie. Il calo complessivo si attesta sull'1 per cento. Nel 2002 i prezzi erano aumentati dell'1,8% negli ipermercati e del 2% nei supermercati; +1,9% la media globale. La pressione promozionale (in % sulle vendite) a gennaio è balzata al 20,1% dal 16,3% medio del 2002. Il picco (21,2%) sui prodotti surgelati. A gennaio negli ipermercati gli alimentari hanno toccato il 28,4 per cento. I gruppi. La quota delle catene multinazionali è al 25,9% a fronte del 27% delle strutture cooperative, al 17,3% delle catene nazionali e al 28,4% dei gruppi della distribuzione associata. La quota più elevata delle multinazionali (36%) è stata registrata nelle regioni del Nord-Ovest. Nel segmento degli ipermercati i gruppi multinazionali sono leader, con il 51% del mercato, mentre nel settore supermercati i big esteri hanno una quota del 38,8 per cento. La quota di supermercati e ipermercati in Italia (59,5%) è nettamente più bassa del 79,8% della Germania, dell'88% della Gran Bretagna e dell'87,4% della Francia. La produttività. Tra 1998 e 2002 le vendite per metro quadrato sono passate, per i supermercati, da 6.607 euro a 5.693 euro. Nel caso degli ipermercati c'è stata una lieve crescita da 7.548 a 7.564 euro. I piccoli supermarket hanno invece accusato una flessione da 5.375 a 5.049 euro. In flessione anche gli hard discount: da 4.004 a 3.378 euro. I margini. L'indagine ha registrato una crescita diffusa e sensibile. I margini (in % sui prezzi al consumo) per i supermercati sono passati dal 20,5% degli anni 90 al 22,5% del 2001 e al 23% del 2002. Per gli ipermercato l'incremento è stato dal 15,5% al 18% e poi al 19% l'anno scorso. Per gli hard discount è stata censita una crescita dal 14% al 16% e poi al 17% nel 2002. Lo scontrino medio di un supermercato è poi passato da 17,97 euro del 2000 a 18,77 euro del 2001 e a 19,55 euro dell'anno scorso. Per gli ipermercati c'è stata una maggiore stabilità: 36,1 euro nel 2000, 35,50 euro nel 2001 e 36,15 euro nel 2002. Le marche commerciali. I prodotti venduti con il marchio delle catene distributive hanno raggiunto una quota del 10,6% sul totale delle vendite, con un picco dell'11,2% per le grandi catene a fronte dell'8,9% dei gruppi consorziati della distribuzione organizzata. La quota percentuale sul totale dei prodotti è risultata del 18% nel 2002, con un massimo del 20% per la distribuzione organizzata a fronte del 16% rilevato nelle catene della grande distribuzione. Il livello di intensità promozionale ha raggiunto il 14,6% (15% nelle grandi catene e 14% nella distribuzione associata). VINCENZO CHIERCHIA
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