Sviluppo Italia, nuovi vertici
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Mezzogiorno - Il Governo ha nominato il Cda: Pace presidente, Caputo amministratore delegato
 Sviluppo Italia, nuovi vertici Lasciano Di Capua e Borgomeo - Barca torna a capo del Dipartimento per le politiche di coesione Barbara Fiammeri
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ROMA - Alla fine l'accordo sul nuovo vertice di Sviluppo Italia è stato trovato. Carlo Pace, ex presidente del Banco di Napoli, guiderà l'agenzia per il Sud al posto di Umberto Di Capua. A sostituire l'attuale amministratore delegato, Carlo Borgomeo, ci sarà invece Massimo Caputi (Ad di Grandi stazioni spa, controllata di Fs). Il via libera è arrivato nel corso della riunione del Consiglio dei ministri di ieri su proposta del ministro dell'Economia Giulio Tremonti e del suo vice Gianfranco Micciché, che ha ottenuto anche il sì dei colleghi di Governo alla nomina di Fabrizio Barca a Capo dipartimento dello sviluppo e delle politiche di coesione del ministero di via XX settembre. A darne l'annuncio è stato lo stesso Miccichè uscendo da Palazzo Chigi. L'argomento non era all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Ma sia Tremonti che Miccichè hanno chiesto esplicitamente ai colleghi di Governo di esprimersi per evitare l'ennesima fumata nera. Si è giunti così all'accordo reso noto da Micciché e che verrà ratificato da Palazzo Chigi la prossima settimana con il decreto di nomina di Barca. Quanto a Sviluppo Italia, l'intesa politica ha messo in moto la procedura che porterà all'insediamento del nuovo vertice. La nomina del Cda spetta esclusivamente all'assemblea (azionista unico della spa è il ministero dell'Economia) rimasta aperta dal 2 luglio scorso proprio per l'assenza di un accordo sul futuro assetto della società. È probabile che la successione a Di Capua e Borgomeo avverrà con il nuovo anno, dopo l'approvazione del bilancio. Da Sviluppo Italia ieri è arrivato solo un «no-comment», ma nei corridoi della società circola la voce che Di Capua e Borgomeo sarebbero stati messi a conoscenza della decisione dell'Esecutivo dalle agenzie di stampa. Sull'agenzia per il Sud si erano concentrate le attenzioni di molti esponenti del Governo, in particolare di Alleanza nazionale, decisa a far valere il proprio peso nella politica per il Mezzogiorno. Il partito del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, aveva inizialmente osteggiato anche la nomina di Barca. Tuttavia, la necessità di superare la situazione di stallo che si protraeva oramai da mesi ha indotto tutti a una maggiore elasticità. A rendere laborioso questo accordo è stata anche la difficoltà di trovare un candidato credibile per la funzione di amministratore delegato, che, peraltro, deve possedere i requisiti previsti dalla legge bancaria. Di qui la scelta di Massimo Caputi (sul nome di Carlo Pace per la presidenza non ci sono mai state particolari riserve) che è stato sponsorizzato direttamente da Tremonti e Micciché anche per l'esperienza maturata per anni nel Sud come imprenditore nel settore dell'ingegneria e per i risultati raggiunti con il progetto Grandi stazioni. Meno complessa la ricerca degli altri componenti del Cda (si veda lo schema qui accanto) che sono arrivati anche su indicazione del ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, e delle Attività produttive, Antonio Marzano. La nomina dell'ex ministro della Funzione pubblica del Governo D'Alema, Angelo Piazza, è invece - sottolineano fonti dell'esecutivo - «una scelta del Governo di centro-destra in favore di un rappresentante dell'opposizione». Nel Cda non è invece presente Barca che, secondo l'attuale disciplina di Sviluppo Italia (la direttiva del Presidente del Consiglio) avrebbe dovuto entrare nel Consiglio. Micciché - che sul Dipartimento e Sviluppo Italia ha ricevuto la delega - ha detto che la mission della società sarà rafforzata. In particolare, il viceministro dell'Economia punta a rilanciare il settore dell'attrazione degli investimenti e a diminuire il peso dell'attività di merchant banking. Quanto alle attività legate alla promozione imprenditoriale (legge 44, prestito d'onore ecc) il viceministro ha dichiarato di volerle confermare, sostenendole anche attraverso un rifinanziamento nella Finanziaria. Che cosa farà Sviluppo Italia è tuttavia ancora presto per dirlo. Soltanto con il passaggio di consegne il nuovo vertice sarà in grado di comprendere i numerosi settori di attività di questa mega-agenzia nella quale sono finite tutte le spa dell'ex intervento straordinario e che in soli due anni di vita ha avuto ben 14 consiglieri di amministrazione (esclusi i nuovi sette). Venerdí 14 Dicembre 2001
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