Terziario, turismo, servizi: I forzati della precarietà
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Anche se allietata dalla presenza e dai puntuali interventi in materia di Maurizio Landini ed Elly Schlein, si affrontano argomenti urticanti alla due giorni «The New Order», iniziativa lanciata dalla Filcams Cgil a partire dal 2015 per affrontare i cambiamenti del mercato del lavoro conseguenti al Jobs Act renziano. «La nostra Leopolda -spiega il neo segretario generale Fabrizio Russo -mette al centro una grande questione nazionale: le condizioni insostenibili nei settori nei quali operiamo, che oggi costituiscono l’architrave del mondo del lavoro, e che sono stati colpiti più di altri dalle riforme negative di questi ultimi anni, dall’eliminazione dell’articolo 18 al contratto a tutele crescenti, fino ai voucher riportati alla ribalta da questo governo». In una parola dalla precarietà che, non a caso, è il tema centrale della ma unitaria e delle tre mobilitazioni di maggio decise dai sindacati confederali.
Precarietà ma non solo, perché glioltre300 delegati e delegate presenti alla Leopolda, in rappresentanza dei 600mila iscritti alla categoria più corposa della Cgil, si trovano a discutere anche di altri temi decisivi per milioni di lavoratrici e lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi. Si va dalle difficoltà della contrattazione, con rinnovi inattesa anche da7 anni come nel caso della vigilanza privata, dove gli addetti hanno paghe di 1.000, massimo 1.200 euro per un lavoro molto stressante e che lo scorso anno ha portato a ben otto suicidi, alla riforma meloniana del Codice degli appalti, che ha aggiunto nuove criticità a quelle già emerse in passato. Passando per la (in)sostenibilità delle condizioni di lavoro e della qualità dell’occupazione, dominata dalla proliferazione del part time involontario che costringe soprattutto le donne, dalle cassiere alle commesse, delle mense e quelle degli appalti dei servizi, a fare poche ore alla settimana. Con il conseguente taglio di stipendi già molto bassi, ulteriormente penalizzati dall’inflazione.
La Filcams denuncia da tempo che la tendenza da parte delle aziende a un uso strutturale del part time va avanti da molti anni. «Siamo davanti a una strategia precisa di organizzazione delle imprese e negli appalti pubblici e privati -ricordava a febbraio intervistata dal manifesto la segretaria generale uscente Maria Grazia Gabrielli -che preferiscono fare largo uso del part time per risparmiare sul costo del lavoro. Una situazione insostenibile che colpisce soprattutto i giovani e le donne. E visto che il contratto del terziario non è rinnovato da tre anni, la situazione permane nonostante gli sforzi del sindacato». Ultima ma non certo per ultima, c’è l’annosa questione delle gravi irregolarità che sono ogni volta che I’ispettorato nazionale del Lavoro entra in azione. Nel corso dei controlli di fine aprile nei settori del turismo e dei pubblici esercizi, su 445 aziende visitate una media del 76% è risultata irregolare, con punte del 78% nel nord-ove-
ste addirittura del 95% nel Meridione. Nel dettaglio, gli ispettori dell’Inl e i carabinieri hanno riscontrato «violazioni per lavoro nero, orario di lavoro irregolare, omissioni contributive, errato inquadramento contrattuale, indebita percezione del reddito di cittadinanza, mancata tracciabilità delle retribuzioni, videosorveglianza illegittima, mancate elaborazioni dei documenti di valutazione dei rischi, mancate formazioni e addestramenti, mancate costituzioni del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile, e mancate elaborazioni dei piani di emergenza ed evacuazione». In un contesto del genere, denuncia ancora la Filcams, appaiono fuori luogo le reiterate lamentele delle imprese e delle loro associazioni per le difficoltà di trovare personale. Perché non si può dare centralità al turismo e al terziario, tira le somme il sindacato, senza riqualificarne il lavoro. Mentre è proprio nei settori rappresentati dalla categoria che si concentra la quota maggiore di lavoro precario e sottopagato, e proliferano la contrattazione pirata e lo sfruttamento. Un sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per SkyTg24 rileva che per il 50% degli intervistati il più importante ostacolo all’occupazione sono gli stipendi non all’altezza del lavoro richiesto.