Gs, posti a rischio Torino, la scelta del franchising penalizza i dipendenti ANTONIO SCIOTTO Gs, la catena italiana acquistata nello scorso anno dal colosso francese Carrefour, seconda nel nostro paese solo alla Coop, comincia a mostrare un volto da multinazionale: sceglie il franchising e la terziarizzazione, a spese dei dipendenti. Una delle decisioni più contestate, è stata presa in questi giorni a Torino, dove la Carrefour dà lavoro a oltre 3 mila persone, tra ipermercati, supermercati, ingrosso e i cosiddetti "negozi di vicinato", ovvero i mini market sotto casa, con una media anche di 2 o 3 addetti. Oggi, 22 dipendenti di sette "Dì per Dì" Gs rischiano di perdere il lavoro, a causa del meccanismo del franchising (ovvero della cessione del marchio "in affitto"). Presto, questa politica potrebbe essere estesa a centinaia di piccoli negozi "poco remunerativi" in tutta Italia, della Gs-Carrefour (che ne controlla circa 600) e di altre catene. Lunedì scorso la direzione della Gs ha comunicato ai sindacati che cederà i sette Dì per Dì ad altrettante piccole imprese familiari: conserveranno il marchio, pagheranno delle royalties alla casa madre, ma diventeranno i padroni veri e propri di quei negozi che prima erano di proprietà della grande catena di distribuzione. E i 22 dipendenti? "In base alle norme sulla cessione di ramo aziendale - spiega Marco Bertolotti, segretario generale Filcams Cgil Piemonte - devono essere riassunti da chi rileva i negozi, si parla anzi di 'continuità lavorativa'. Apparentemente, insomma, sono garantiti. Ma siamo certi che verranno licenziati entro pochi mesi: i sette negozi diventeranno singole imprese con meno di 15 dipendenti, non sarà quindi più applicabile lo statuto dei lavoratori e i dipendenti saranno licenziabili senza giusta causa. La loro anzianità media è di 14 anni, c'è chi lavora in Gs anche da 30 anni: costerebbero troppo a delle imprese familiari. Ai piccoli imprenditori conviene molto di più la conduzione familiare, con al massimo qualche giovane apprendista". E dunque, se è quasi certo che i 22 dipendenti perderanno il posto, cosa si può fare? "I lavoratori dei Dì per Dì - risponde Bertolotti - hanno scioperato ieri per protestare contro la decisione. Non viene contestata la cessione d'azienda in sé, ma il fatto che la Gs non trovi posto per 22 persone in una provincia come Torino, dove ha migliaia di dipendenti. Sempre ieri, la stessa Gs ha inaugurato a Torino un docks market, cioè un ingrosso, che darà lavoro a 64 persone: ebbene, i 7 coordinatori dei negozi ceduti hanno partecipato alla selezione del personale, ma nessuno di loro è stato ritenuto idoneo. Evidentemente, la Gs ritiene che farsene carico costa troppo, e probabilmente ha proceduto a fare nuove assunzioni meno onerose. Inoltre, un altro Dì per Dì con 14 dipendenti presto verrà ceduto. Noi siamo decisi a mobilitare tutti i dipendenti Gs contro queste scelte. Intanto, abbiamo chiesto un incontro con l'assessorato al lavoro del Comune: quei lavoratori devono restare all'interno della Gs".
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