14/6/2007 ore: 11:04

Torino. Ufficio fallimenti Cgil: 18 mesi a pieno ritmo

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    giovedì 14 giugno 2007

    Pagina XIII - Torino
      Aperto sull´esempio di Roma e Milano, è diventato un punto di riferimento
        L'Ufficio fallimenti Cgil
        diciotto mesi a pieno ritmo
          "Più di duemila lavoratori assistiti"

          FEDERICA CRAVERO
            Duemila lavoratori assistiti e quasi cento aziende seguite. Sono questi i numeri dell´Ufficio procedure concorsuali della Cgil a Torino. Un ufficio nato un anno e mezzo fa per seguire le aziende che non navigavano in buone acque nella delicata fase verso il fallimento, la liquidazione coatta, l´amministrazione straordinaria o il concordato preventivo. E soprattutto aiutare i dipendenti a recuperare i crediti verso i datori di lavoro, dalle mensilità arretrate al Tfr, o ad avviare le pratiche per usufruire degli ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione alla mobilità. Dal gennaio 2006 a oggi i tre rappresentanti dell´Ufficio procedure concorsuali, diretti dalla responsabile Maria Rosa Vincenti, si sono occupati tanto di grandi aziende, come la Sandretto, le cui vicissitudini hanno coinvolto oltre 300 lavoratori, che di piccole imprese con uno o due dipendenti.

            L´ufficio di Torino, in via Pedrotti 5, è uno degli esperimenti pionieristici che la Cgil sta attuando sul versante dei fallimenti. Esistono uffici con queste competenze solo a Milano, Roma e Bologna. Altrove le situazioni di questo tipo vengono seguite dagli uffici vertenze dei singoli settori, come accadeva prima anche a Torino. «All´inizio è stata la Fiom a strutturare un servizio ad hoc per le aziende metalmeccaniche sull´orlo del fallimento – spiega Michele Di Bari, coordinatore degli uffici vertenze della Cgil di Torino – Si seguiva l´intera procedura, anche prima del fallimento, per vedere se ci fossero possibilità che qualcuno rilevasse l´azienda o i lavoratori fossero ricollocati in qualche modo e poi li accompagnava per usufruire degli ammortizzatori sociali. Gli altri settori, invece, affidavano le pratiche legali agli avvocati, che si occupavano solo di recuperare in tribunale i crediti del lavoratore».

            Col tempo il sindacato si è convinto che il modello seguito dalla Fiom fosse vincente ed è stato esteso a tutte le categorie di lavoratori. «Il settore metalmeccanico resta quello che coinvolge il maggior numero di casi, all´incirca il 70 per cento – spiega Maria Rosa Vincenti – ma in un anno e mezzo abbiamo toccato praticamente tutti i settori della provincia di Torino, dal tessile all´alimentare, dal chimico alle cooperative sociali. E ci siamo occupati anche di molte ditte con sede legale fuori Torino, che chiudevano stabilimenti qui ma andavano in tribunale a Pordenone o a Roma. Ogni azienda è un caso a sé, sia per il valore dei debiti che per la situazione dei lavoratori. Ma anche all´interno di una stessa ditta ci sono dipendenti a cui non sono stati pagati due mesi e altri addirittura un anno di stipendio».

            Naturalmente l´Ufficio procedure concorsuali interviene solo in quelle aziende i cui lavoratori chiedano l´intervento della Cgil per seguire la vertenza col datore di lavoro. E spesso si tratta di un intervento determinante, perché soprattutto nelle aziende piccole il rapporto personale con il datore di lavoro e la paura di perdere il posto limitano lo spazio di manovra dei sindacalisti quando già l´azienda non riesce a pagare più l´Inps o i fornitori e spesso – ma neanche sempre – li si chiama solo quando gli stipendi non arrivano da un bel po´ di mesi. «Soprattutto dopo la riforma della legge sul fallimento della scorsa estate, che rende più complessa la dichiarazione di fallimento e accorcia i tempi per presentare in tribunale le istanze dei lavoratori, occorre che i dipendenti che stanno attraversando un periodo difficile siano accompagnati e istruiti anche sui cavilli di legge, perché non compiano errori che portano a dover rinunciare agli ammortizzatori sociali», dice la responsabile del servizio.

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