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Toscana, i big puntano sugli alberghi di lusso

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Giovedì 4 Gennaio 2001
turismo
Dopo Ferragamo-Forte, Sonesta e Fratini nuovi progetti per 150 miliardi di London and Hereford e della Phone.

Toscana, i big puntano sugli alberghi di lusso

(NOSTRO SERVIZIO)

FIRENZE Da casa colonica a prestigioso approdo per facoltosi viaggiatori. Da villa padronale a hotel "cinque stelle lusso" per businessmen alla ricerca di tranquillità. È quello che accadrà alla tenuta Sammezzano di Reggello, in provincia di Firenze, e al complesso di Casole d’Elsa, vicino a Siena. Con un investimento globale di 150 miliardi, l’inglese London and Hereford holding e la svizzera Phone sono gli ultimi due gruppi in ordine di tempo a sbarcare in Toscana nella fascia alta del mercato alberghiero.

Dopo il boom del turismo di massa e il successo dell’agriturismo, la regione tradizionalmente più amata da inglesi, tedeschi e americani rilancia e si prepara ad accogliere presenze sempre più internazionali e selezionate, con l’impiego di capitali sia italiani che stranieri. Ormai è una vera e propria tendenza. La famiglia Ferragamo, dopo aver investito in hotel di categoria medio-alta, un anno fa insieme a Rocco Forte ha rilanciato (con una spesa di 50 miliardi) il Savoy di Firenze, oggi una delle strutture più esclusive della città. E il gruppo Fratini ha acquistato nei mesi scorsi il Palazzo della Gherardesca dalla Smi degli Orlando, in pieno centro storico per 35 miliardi, con l’obiettivo di trasformarlo in un albergo "cinque stelle lusso".

Molti interventi riguardano le campagne nei dintorni di Firenze e Siena. È recente l’inaugurazione del Country club Tuscany a Scarperia, nel Mugello, e dell’attiguo golf club Poggio dei Medici, frutto di un investimento di un centinaio di miliardi da parte del gruppo americano Sonesta. Mentre in provincia di Siena, il Fondo pensioni Cariplo ha annunciato che destinerà circa 20 miliardi alla realizzazione di un complesso turistico-alberghiero all’interno del castello di Trequanda.

In questo momento l’attenzione degli operatori è concentrata su due progetti in corso di realizzazione. Sul versante fiorentino, il Parco di Sammezzano a Reggello, acquistato dalla London & Hereford holdings, società inglese specializzata in alberghi e residenze di lusso. A pochi chilometri da Siena, l’intero complesso del Castello di Casole d’Elsa, ex proprietà dei Visconti di Modrone, ora gestito dalla Agreste Mensano in mano alla holding svizzera Phone di Guido Antonello. Rispettivamente 100 e 50 miliardi di lire per trasformare in resort due luoghi che fino a poco tempo fa erano abbandonati o ancora parte integrante del mondo rurale.

Sammezzano e Casole puntano su offerte e stili diversi. «Vogliamo creare una struttura di altissimo livello dove però sia tangibile la continuità con il mondo agricolo», spiega Lina Loconsolo, amministratore delegato della Agreste Mensano, che nel giro di due anni farà dell’antico borgo di Casole, immerso in oltre 2.000 ettari di terreno, un complesso ricettivo, villa più 23 casali, con suite dove coabiteranno lo stile toscano, il design anni 50, l’antiquariato e pezzi unici di provenienza artigiana. Il progetto prevede anche la conversione al biologico dei 700 ettari di seminativo, un frantoio tradizionale con macine in pietra e produzione di Sangiovese e Cabernet.

Destinato a diventare il primo resort italiano del circuito internazionale gestito dal gruppo Cca (70mila soci in tutto il mondo), il Castello di Sammezzano punterà invece sul campo da golf a 18 buche, tennis ed health club. Il Castello, trasformato nell’Ottocento in villa stile moresco, è già da una trentina d’anni destinato ad albergo, anche se da dieci completamente inutilizzato. Il piano di ristrutturazione, in corso di approvazione, riguarda anche il vicino residence, le coloniche e i 185 ettari di zona boschiva. Tempi previsti: quattro anni.

Barbara Gabbrielli

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