Un argine al doppio livello
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Martedì 19 Dicembre 2000 commenti e inchieste Un argine al doppio livello di Francesca Mazzolari
e Laura Pagani
L’indagine promossa da Piccolindustria dell’Unione Industriale di Torino permette di conoscere le opinioni degli imprenditori sul decentramento della contrattazione. Le imprese iscritte all’Unione sono state invitate a compilare un questionario (alla cui stesura ha contribuito la Fondazione Rodolfo Debenedetti) volto ad indagare lo stato di diffusione della flessibilità salariale contrattata e l’opinione degli imprenditori sul vigente assetto contrattuale e sull’ipotesi di un maggior decentramento della contrattazione.
Il campione è composto da 371 imprese operanti in quasi la metà dei casi nel settore metalmeccanico. Tale distribuzione settoriale rispecchia la realtà imprenditoriale della provincia torinese. Relativamente alle dimensioni aziendali, invece, si rileva una leggera sottorappresentazione delle imprese sotto i 50 dipendenti, che coprono il 51% del campione, contro una quota del 68% sul totale degli iscritti all'Unione.
Il 47% delle imprese del campione ha stipulato dopo il 23 luglio del 1993 accordi aziendali sulle retribuzioni che prevedono l'introduzione di un Premio di Risultato; il 18% prevede di introdurlo nei prossimi anni, mentre il 36% non l'ha introdotto e non pensa di farlo in futuro. Chi adotta il premio di risultato più frequentemente ha come interlocutore nella contrattazione una rappresentanza sindacale aziendale. Inoltre, tale strumento di flessibilità retributiva è maggiormente utilizzato al crescere della dimensione aziendale, e questo risultato conferma rilevazioni precedenti.
A differenza di indagini precedenti, invece, quella condotta da Piccolindustria nella provincia di Torino contiene informazioni anche relative alle preferenze degli imprenditori sul sistema contrattuale. Come si vede dal grafico, quasi il 40% delle imprese si dichiara a favore dell’adozione di schemi «fortemente decentrati, con un’estesa contrattazione a livello aziendale e locale» o che comunque comportino la libertà di scelta fra «quanto negoziato a livello centrale e la contrattazione in proprio» senza sovrapposizione fra i due livelli; il 30% opta per il mantenimento del sistema attuale a due livelli, il 18% per il passaggio ad un sistema "fortemente centralizzato, con un solo livello di contrattazione a livello nazionale", mentre il restante 15% per la possibilità, per chi fa la contrattazione aziendale, di assorbire gli aumenti erogati a livello nazionale.
I principali vantaggi che le imprese imputano a un rafforzamento della contrattazione aziendale sono la possibilità di collegare le condizioni di lavoro alla realtà produttiva dell’impresa, obiettivo raggiungibile mediante l’introduzione del premio di risultato, e l’attivazione di meccanismi di stimolo alla partecipazione dei lavoratori alla realtà aziendale. Al crescere della dimensione d’impresa, aumenta la percezione dei vantaggi legati alla possibilità di contrattare congiuntamente su diverse materie, a esempio scambiando miglioramenti retributivi con l’adozione di forme di flessibilità organizzative e di orario.
Non sembra invece percepito come rilevante il vantaggio legato alla possibilità di ripartire il rischio di impresa attraverso l’introduzione di componenti variabili e reversibili della retribuzione. Una possibile chiave di lettura di questo risultato emerge dalla risposta al quesito relativo agli svantaggi del rafforzamento della contrattazione aziendale: un imprenditore su quattro teme, in contrattazioni successive, di trovare difficoltà nel rivedere gli accordi verso il basso. Questa interpretazione trova conferma nella quota di imprese che hanno dichiarato di non aver adottato il premio di risultato per il timore che questo possa diventare una componente stabile della retribuzione.
La motivazione più frequentemente addotta per la non adozione del premio risiede, comunque, nei suoi costi, sia in termini di misurazione oggettiva dei risultati aziendali cui commisurare il premio, che di negoziazione con la controparte sindacale. Infine, sebbene le imprese che erogano un premio di risultato abbiano, nella maggioranza dei casi, come interlocutore nella negoziazione una rappresentanza sindacale aziendale, l’ingresso del sindacato in azienda sembra non essere considerato uno svantaggio del rafforzarmento della contrattazione decentrata.
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