12/12/2005 ore: 12:12
Unipol-Bnl, operazione vicina al fallimento
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RISIKO BANCARIO LA PROSSIMA SETTIMANA I VERDETTI. SI RISCHIA UN ALTRO RINVIO CHE POTREBBE DIVENTARE UNA PIETRA TOMBALE SULL’OFFERTA DELLA COMPAGNIA MILANO Il mercato, come sempre, si posiziona per tempo. E anche ieri, tributando al titolo Unipol un rialzo dell’1,28%, ha fatto capire che di fronte all’accerchiamento a tenaglia delle procure di Roma e Milano sui vertici della compagnia bolognese non dà più per scontata la scalata a Bnl: si guarda a Bankitalia, certo, ma anche alla Consob, che sta concludendo gli accertamenti che si era riservata al momento dell’ok al prospetto. Accertamenti quantomai attesi, visto che i reati contestati dai pm romani e cioè aggiotaggio informativo e ostacolo all’autorità di vigilanza riguardano da vicino l’authority di Cardia. Insomma, la Borsa comincia a valutare la compagnia delle coop in una logica «stand alone», in solitaria, forte del suo recente aumento di capitale, originariamente varato al servizio dell’Opa su via Veneto, sebbene abbia in carico opzioni efficaci a prescindere dall’Opa. I prossimi giorni saranno decisivi per il futuro delle ambizioni bancarie del presidente Unipol Giovanni Consorte e del suo vice Ivano Sacchetti. A giorni scadranno i termini entro cui la Banca d’Italia dovrà decidere se dare o meno il via libera all’operazione, dopo aver acquisito il «sì» assicurativo dell’Isvap. Secondo gli uomini Unipol il d-day potrebbe essere mercoledì prossimo, in tempo per far partire l’offerta il lunedì successivo, sempreché la Consob dia il nulla osta alla pubblicazione del supplemento al prospetto informativo, resosi necessario alle modifiche via via operate all’originario impianto dell’operazione. Un ulteriore slittamento del pronunciamento di Bankitalia, magari attraverso una nuova sospensione dei termini, porterebbe a una visione comunque pessimistica, visto che a Bologna si punta a dare il via alle manovre entro fine anno, tanto che è stato prorogato al 30 dicembre il contratto di finanziamento da parte di un pool di istituti bancari. Difficile però pensare che gli uomini della vigilanza possano opporre a Consorte la mancanza del requisito di «onorabilità»: davanti hanno solo iscrizioni al registro degli indagati. La stessa situazione in cui versa il governatore Antonio Fazio. Certo, si lavora per capire l’esistenza dei requisiti della «sana e prudente gestione», ma soprattutto di quelli patrimoniali. Piuttosto non c’è solo la Banca d’Italia a tenere in sospeso i bolognesi, ma l’authority che fino a oggi ha procurato i maggiori grattacapi agli aspirati scalatori nostrani, la Consob. L’authority di Cardia ha già dato il via libera «condizionato» alla pubblicazione del prospetto. E proprio in virtù di quelle condizioni non ha mai chiuso il dossier sulla scalata targata Consorte. Gli accertamenti sono in corso e sono vicini a una conclusione. Nel mirino ci sarebbero le opzioni call e put stipulate con Deutsche Bank, i rapporti con la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, titolare del 3,92% di via Veneto, per verificare l’esistenza di eventuali patti occulti. Ma soprattutto una verifica globale delle informazioni ricevute, visto l’aggiotaggio informativo e l’ostacolo alle autorità di vigilanza su cui si indaga a Roma. E qui la partita potrebbe davvero diventare tesa. Sulla riva del fiume, intanto, resta in attesa il Bbva che, dopo un eventuale fallimento della scalata di Consorte, potrebbe replicare la sua Ops (5 titoli Bnl ogni azione Bbva). |