Uova e insulti contro la cisl. la «deroga» spacca le tute blu
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Il terreno della distensione tra Cgil, Cisl e Uil sembrava preparato. Invece l’esasperazione di alcune tute blu per l’accordo sulle deroghe al contratto nazionale rischia di compromettere la ripresa del dialogo. Questi i fatti accaduti ieri a Treviglio, in provincia di Bergamo: durante lo sciopero proclamato contro l’intesa separata di Fim e Uilm con Federmeccanica, decine di lavoratori della Same (locale azienda produttrice di trattori) si sono recati in corteo davanti alla sede della Cisl, accompagnati dal segretario provinciale della Fiom, e si sono messi a lanciare uova contro le finestre.
LA CONTESTAZIONE DI TREVIGLIO Sulle modalità della contestazione - durata una ventina di minuti e svoltasi alla presenza delle forze dell’ordine che hanno mantenuto i manifestanti a una trentina di metri di distanza dall’edificio sindacale - le versioni sono sostanzialmente concordi. Le differenze riguardano i dettagli: secondo la Fiomc’erano circa 400 persone e gli slogan recitavano «Ridateci il contratto» e «Fateci votare», mentre secondo la Fim erano presenti un centinaio di operai, esibitisi in gesti poco eleganti al grido di «Venduti». Ma è sull’interpretazione dell’accaduto che l’opinione dei due sindacati coinvolti diverge drammaticamente e scatena la polemica, fino a coinvolgere le segreterie nazionali delle rispettive confederazioni. Già nel primo pomeriggio, infatti, la Fim e la Cisl hanno deciso di interrompere i rapporti unitari con la Cgil in attesa che il sindacato guidato da Guglielmo Epifani condannasse le «azioni antidemocratiche » della Fiom. «Sono due anni che continuano nella pratica degli accordi separati, senza ascoltare i lavoratori. Adesso non si possono stupire se gli animi si scaldano più del dovuto» ha commentato il leader delle tute blu della Cgil bergamasca, Eugenio Borella. «Stanno esagerando sull’accaduto per non entrare nel merito del problema ». Diametralmente opposta la lettura del segretario della Fim Cisl locale, Ferdinando Uliano:«Non esiterei a definirli atti squadristi e fascisti, che offendono non solo la storia della Cisl ma anche quella della Cgil. I dirigenti sindacali dovrebbero ricondurre le proteste in ambito democratico, non sobillare gli animi ». Una condanna durissima, tanto che i metalmeccanici cislini hanno deciso di raccogliere «un dossier su tutti gli episodi violenti ed intimidatori subiti negli ultimi mesi da dirigenti della Fim» e di presentare un esposto alla magistratura. A stretto giro di posta alla Cisl è arrivata anche l’attesa dichiarazione di solidarietà della Cgil, la cui segreteria nazionale ha definito «grave, sbagliato e dannoso» quanto successo a Treviglio. «Un conto è esprimere la più ferma condanna nei con- fronti di un accordo separato sulle deroghe che porta alla destrutturazione del contratto nazionale di lavoro, formulare dissenso anche forte nei confronti delle scelte di altre organizzazioni sindacali, avanzare legittime richieste di consultazione dei lavoratori metalmeccanici» si legge nella nota diffusa da Corso d’Italia. «Altra cosa sono forme di intolleranza come quelle che sembrano essersi manifestate a Treviglio».
LA RICHIESTA DI LANDINI ALLA CGIL Clima teso, dunque, intorno alle tute blu della Fiom. Di certo non favorevole alla richiesta avanzata ieri dal leader Maurizio Landini, secondo cui la Cgil dovrebbe rispondere «con lo sciopero generale al tentativo generalizzato di cancellare la possibilità di contrattare collettivamente le condizioni di lavoro». La risposta della segreteria confederale, affidata ad una nota, non ha concesso aperture: «La Cgil ha già deciso le iniziative e le forme di lotta da assumere contro la politica del governo e gli attacchi ai diritti dei lavoratori ». A cominciare dalla manifestazione nazionale del 27 novembre a difesa della contrattazione