Vacanze, prenotazioni crollate dell’80 per cento
Viaggi di Natale: gli italiani dicono addio alle mete esotiche. Siamo il Paese d’Europa che vola meno
MILANO - Troppo rischioso andare lontano. «Se mentre sono in vacanza scoppia una crisi internazionale, come torno a casa?». Nelle agenzie di viaggi semivuote è la domanda più ricorrente: il «rientro difficile» fa più paura dell’attentato terroristico. Così i cataloghi con le spiagge del Mar Rosso e dei Caraibi, con le città degli Stati Uniti e persino con le capitali europee finiscono in un angolo. «Non ci vuole andare più nessuno», dicono in agenzia e mostrano la lista delle prenotazioni per le prossime vacanze: -70% rispetto all’anno scorso per il ponte di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata, tra il 7 e il 9 dicembre, -80% per Natale e Capodanno. Un crollo che i segnali (timidissimi) di ripresa registrati nelle ultime due settimane avevano illuso di poter contenere a livelli più accettabili, «magari del 30%, come sta succedendo in tutti gli altri Paesi europei», spiegano ad Assotravel, un’associazione di categoria. Poi c’è stato, l’altro ieri, lo schianto del jet a New York e l’Italia è tornata indietro all’11 settembre. Altrove si viaggia meno, ma si viaggia. Da noi è la paralisi. Una crisi nella crisi. Cancellato l’aereo («tengono» i viaggi d’affari, ma le vacanze sono quasi azzerate) ci si muoverà in auto o in treno. E dove si può andare se la sola alternativa è il viaggio via terra? In montagna, negli agriturismi o nelle città d’arte, le uniche voci in ripresa (le prenotazioni per il periodo natalizio fanno segnare un »20/25%). Troppo poco. L’anno delle riscoperta della provincia italiana e della gita fuoriporta ha già visto 1.500 licenziamenti nelle agenzie di viaggio. E potrebbe essere solo l’inizio: «Se il governo non ci dà una mano subito, entro la fine dell’anno almeno altri 6.000 dipendenti si vedranno dimezzare orario e stipendio. Saremo costretti a chiudere», ammette Antonio Tozzi, presidente della Fiavet, la federazione delle agenzie.
IL «CASO» ITALIA - Viaggi d’affari e viaggi turistici, in comitiva o individuali: nel resto d’Europa il calo si è bloccato al 30%, mentre da noi la crisi procede a velocità doppia, -60% in media dal crollo delle Torri gemelle a oggi. Nessun segnale di ripresa, anzi: le vacanze di fine anno si avvicinano, ma le prenotazioni non arrivano. Lo scorso anno, due italiani su 10 avevano passato le vacanze invernali all’estero. L’Egitto era al secondo posto (dopo la Francia) nella top ten delle destinazioni più richieste. Oggi aerei e alberghi sono vuoti. Ed è sempre il nostro Paese a disertare: sul Mar Rosso, per esempio, il calo dei turisti provenienti da Olanda, Inghilterra, Svizzera e Germania è del 20%, contro il 75% italiano. «Speriamo comincino a prenotare dalla settimana prossima - dice Giuseppe Boscoscuro, presidente dell’Astoi, associazione dei tour operator -. Forse la gente sta prendendo tempo perché spera che i prezzi scendano. Ma non credo che succederà: con il crollo della domanda si è ridotta anche l’offerta, l’idea del viaggio in saldo non ci è mai piaciuta». L’anno scorso il Trentino era al primo posto fra le destinazioni di casa nostra: da solo, era riuscito a totalizzare il 16% dei turisti di Natale rimasti nei confini nazionali. Quest’anno, vista l’aria che tira, potrebbe fare meglio, «ma i margini di crescita sono modesti - smorzano gli entusiasmi ad Assotravel -. Già da un paio d’anni la montagna fa segnare il tutto esaurito, la recezione è limitata, più di tanto non si può fare». Così non basterà il buon risultato del turismo interno per salvare il comparto. In agenzia fanno i conti: «L’anno scorso il nostro lavoro era diviso a metà fra viaggi in Italia ed Europa e viaggi esotici - spiegano -. Ma a farci guadagnare sono soprattutto i secondi: da lì arriva l’80% del fatturato». Adesso che il «viaggio lungo» è crollato, bisogna arrangiarsi con le briciole. «Abbiamo già perso 610 miliardi - ha calcolato Confturismo -. Se non cambia, nel 2002 ne perderemo 1.600».
LE STRATEGIE - Sul «no» alla riduzione dei prezzi sono tutti d’accordo. Succede, però, che ciascun tour operator stia cercando un modo di venire incontro al cliente. Il gruppo Alpitour, per dirne uno, che comprende anche Francorosso, Viaggidea e Viaggi dell’Elefante, dal 12 settembre permette di annullare il viaggio fino al giorno della partenza e senza dover pagare alcuna penale. La tendenza, comunque, è quella della riduzione dell’offerta, alla quale si stanno attenendo tutti i più grossi operatori: dai Viaggi del Ventaglio a Turisanda, da Hotelplan Italia a Kuoni Gastaldi Tours. Ma qualcuno allo sconto non riesce a resistere. Se nell’albergo «Domina Coral Bay» di Sharm el Sheikh l’anno scorso la settimana di Natale, in mezza pensione, costava 2.200.000 lire (1.136,21 euro), quest’anno si può prenotare per 1.700.000 lire (877,98 euro).
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Daniela Monti
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Interni
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