8/3/2007 ore: 12:36

Villaggio vacanze e fondi Ue: si indaga anche per truffa

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    giovedì 8 marzo 2007
      Pagina 29 - Cronache

      Sviluppi nell'inchiesta su finanza, turismo e sanità in Basilicata

      Villaggio vacanze e fondi Ue
      Si indaga anche per truffa
        Della vicenda si sta occupando anche l'Olaf, l'ufficio antifrode dell'Unione europea

        Carlo Vulpio
        DAL NOSTRO INVIATO
          CATANZARO — I soldi della Ue e quelli delle banche. Devono essere due capitoli assai importanti dell'inchiesta «Finanza, Turismo e Sanità in Basilicata», se anche l'ex presidente della Regione Basilicata, oggi sottosegretario allo Sviluppo economico, Filippo Bubbico (ds), e la direttrice dell'Agenzia del Demanio di Roma, Elisabetta Spitz (moglie del leader Udc, Marco Follini), devono rispondere di abuso d'ufficio e truffa (in concorso con altri) per i 26 milioni di euro che il Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) avrebbe indebitamente deliberato a favore del megavillaggio turistico Marinagri, sulla costa jonica lucana.

          La procura di Catanzaro accusa Bubbico di aver fortissimamente voluto, come presidente della giunta regionale, un villaggio vacanze che non poteva nascere là dov'è nato, perché in violazione di una serie di norme, soprattutto in materia ambientale, e Spitz di aver firmato il decreto che riconosce a Marinagri la proprietà di una parte dell'area interessata, che invece è demaniale.

          Con i 220 milioni erogati per gli altri megavillaggi «entrati» nella stessa inchiesta e realizzati, sempre sulla costa jonica lucana, dalla Cit Holding di Gianvittorio Gandolfi (indagato anche a Varese, per truffa e bancarotta), la «pista» dei fondi pubblici erogati dal Cipe sembra assumere sempre più la connotazione di una «sistematica» distribuzione di denari anche, e in molti casi proprio laddove manchino i presupposti. Come, secondo il pm Luigi De Magistris, sarebbe avvenuto per Marinagri, un progetto che senza le firme di Bubbico e Spitz non sarebbe mai stato finanziato. E che forse, per i giudici, si sarebbe potuto fermare in tempo se il procuratore di Matera, Giuseppe Chieco, tra l'altro interessato a una villetta nella medesima struttura turistica, avesse indagato come avrebbe potuto e dovuto. Quest'ultima considerazione è scritta nell'ordinanza con cui il gip di Catanzaro, Antonio Rizzuti, ha confermato il sequestro di Marinagri e ha fatto scattare l'incriminazione di truffa aggravata anche per lo stesso Chieco, per l'ex colonnello dei carabinieri Pietro Gentile (capo della polizia giudiziaria della procura di Potenza) e per Vincenzo Vitale, presidente di Marinagri. Della «pista Cipe» si sta occupando anche l'Olaf, il corpo antifrode della Ue, obbligato a esaminare casi del genere, ma anche interessato a recuperare i quattrini indebitamente sborsati.
          Infine, il fronte bancario, con la strana vicenda della triangolazione, via Inghilterra, di crediti per centinaia di milioni di euro ceduti dalla Popolare del Materano alla società controllata Mutina (capitale, 10 mila euro) con emissione di bond (cambiali) in garanzia.

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