15/11/2007 ore: 10:17

Wal-Mart usa l’Italia per non pagare le tasse

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    giovedì 15 novembre 2007
      Pagina 13 - Economia & Lavoro

      IL CASO

      Il colosso della grande distribuzione al centro di un contenzioso per la sua filiale di Firenze
        Wal-Mart usa l’Italia per non pagare le tasse

        Roma
        Quando era stato ipotizzato il suo ingresso in Italia molto operatori del settore si erano spaventati. Il campione yankee della distribuzione Wal Mart, primo operatore mondiale, è un’azienda che se decide di farti concorrenza te la fa sul serio. Per questo le voci di un suo interessamento allo sbarco nel nostro paese erano state lette come l’arrivo delle cavallette dell’Apocalisse di Giovanni. In realtà, poi, le cavallette si materializzarono davvero. Ma della loro potenza nessuna traccia. L’unico mattone che Wal Mart posò in Italia fu una società di Firenze operativa nel settore immobiliare (Wmgs Services).

        La piccola filiale fiorentina, che conta 22 dipendenti ed è tuttora attiva, è l’unica unità operativa della sussidiaria immobiliare che controlla miliardi di dollari di attività e beni in Illinois e altri stati (Wal-Mart Property). Tecnicamente, poiché i dipendenti sono in Italia, definisce estere le proprie attività rivendicando quindi l’esonero da ogni tassa societaria.

        A inizio 2007, il dipartimento delle Entrate dell’Illinois ha contestato l’espediente italiano, chiedendo la restituzione di 26,4 milioni di dollari, a titolo di tasse non pagate, interessi e penali varie. Di rimando, Wal-Mart ha versato la cifra chiesta e, a maggio, ha poi presentato domanda di rimborso citando in giudizio lo Stato presso la Circuit Court di Springfield.

        «Non condividiamo la lettura e abbiamo chiesto al giudice di risolvere la questione», dice un portavoce di Wal-Mart che, affidandosi al contenuto di un comunicato, evita di fornire informazioni sia sul motivo della scelta dell’Italia sia sulla replica o meno dello stesso schema in altri paesi.

        La controversia con Wal-Mart è parte del più ampio sforzo che vede alcuni Stati degli Usa combattere l’abuso delle “80/20 compagnie”, cioè delle controllate statunitensi che, vantando almeno l’80% della attività all’estero, sfuggono alla tassazione. «L’uso improprio di questi strumenti è uno choc per la coscienza», rileva Brian Hamer, direttore delle Entrate dell’Illinois. «Si tratta di veicoli che non sono mai stati chiaramente contemplati dal legislatore statale. E in ogni caso - conclude - avrebbe dovuto essere chiaro che si tratta di una condotta altamente discutibile». Nel mirino dell’Illinois non c’è solo Wal-Mart. Un braccio di ferro è in corso con le autorità fiscali con McDonald’s per circa 11 milioni di dollari sfuggiti attraverso le “80/20”.

        In definitiva, quindi, una delle società più importanti d’America è venuta in Italia per pagare meno tasse. Se lo sapesse Montezemolo.... .

        ro.ro.

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