Welfare, «addio» ai prepensionamenti
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Il sottosegretario Brambilla: allo studio un nuovo modello di ammortizzatori - In arrivo il riordino dei trattamenti assistenziali Inps
 Welfare, «addio» ai prepensionamenti Verso misure «pronta cassa» sulla previdenza - Tremonti: «Libero l’uso del Tfr» Marco Rogari
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ROMA - Abolizione dei prepensionamenti, procedure più "rigide" per la concessione dell’indennità di disoccupazione con opportune rimodulazioni e revisione della Cig. Il tutto imperniato su un’aliquota unica di riferimento, agganciata a un meccanismo di tipo «bonus malus», e accompagnato da un riassetto dei trattamenti di natura assistenziale a carico dell’Inps. Il ministero del Welfare ha già fissato gli obiettivi per il riordino degli ammortizzatori sociali che sarà parte integrante, insieme agli interventi sulla previdenza obbligatoria e su quella complementare, della riforma del sistema di protezione sociale da varare con uno dei collegati alla Finanziaria 2002. Ad affinare le misure a valutarne l’impatto contabile sarà la Commissione tecnica, presieduta dal sottosegretario Alberto Brambilla, che si è insediata ieri al ministero guidato da Roberto Maroni. A settembre, poi, gli interventi saranno discussi con le parti sociali in un tavolo in cui si affronterà anche la questione della flessibilità (vedi articolo in basso). Ad affermare che «serve un nuovo modello di ammortizzatori» è stato ieri Brambilla. E anche Maroni ha confermato che tutti gli strumenti di sostegno saranno semplificati. A regime i prepensionamenti dovranno essere aboliti. Per le pensioni di anzianità si prospetta invece un percorso diverso: la loro scomparsa avverrà in modo naturale grazie all’estensione del metodo contributivo e all’accelerazione della fase transitoria della riforma Dini. Comunque, anche la loro "vita" sarà breve. Il ministero del Welfare sta anche valutando la possibilità di riorganizzare, non solo dal punto di vista contabile, tutti i trattamenti di natura assistenziale a carico dell’Inps (in gran parte coperti dal bilancio dello Stato) che costano attualmente 85-90mila miliardi. Questi interventi saranno discussi a settembre con le parti sociali. Ma il piatto forte della verifica resterà quello delle pensioni. L’impennata della spesa annunciata per il 2002 con una crescita di circa 20mila miliardi rispetto al 2001 (345.400 miliardi contro i 326.500 previsti per quest’anno) preoccupa gli esperti del ministero. La lievitazione sarebbe del 5,7% mentre negli anni successivi la crescita marcerebbe al ritmo del 4,4% (circa 15mila miliardi l’anno). E per questo motivo si sta valutando l’ipotesi di inserire nella Finanziaria alcune misure "pronta cassa" (ancora da individuare) in aggiunta a quelle che produrranno risparmi nel più lungo periodo, come, ad esempio, l’estensione contributivo e la liberalizzazione dell’età pensionabile. Ieri il sottosegretario all’Economia, Vito Tanzi, è stato chiaro: «La riforma delle pensioni e quella della sanità «sono molto importanti per i conti pubblici italiani». Sulle pensioni, comunque, Maroni ha ribadito che prima di varare la riforma dovranno essere definiti dalla Commissione tecnica l’esatto quadro contabile e l’impatto dei correttivi da valutare preventivamente con le parti sociali. Non a caso il documento della Commissione, che si avvarrà dei contributi del Nucleo di valutazione, della Ragioneria generale e dell’Inps, dovrà essere pronto per settembre proprio in vista della verifica. L’obiettivo del Governo — ha detto Maroni confermando che con la Finanziaria scatterà la riduzione delle aliquote contributive per ridurre il costo del lavoro e agevolare il decollo della previdenza complementare — è di definire un sistema di protezione sociale «equo, giusto e perequativo». Ma dalla Cgil è arrivato subito un «no» al percorso indicato da Maroni. Ieri il responsabile delle politiche sociali di Corso Italia, Beniamino Lapadula, ha affermato che se il Governo pensa di tagliare la copertura pensionistica pubblica per ridurre il costo del lavoro «rischia la collisione con il sindacato». La Cgil è anche tornata chiedere il varo della riforma del Tfr prima della verifica. Maroni, da parte sua, ha definita «strana» la posizione della Cgil: «Mi sembra strano che Cofferati voglia discutere di previdenza integrativa prima di settembre. Negli incontri con noi non ne ha parlato. L’accordo era che nella verifica si parlasse di tutto, di Tfr, flessibilità e pensioni». A dichiararsi pronta ad affrontare subito la verifica e a dare una soluzione alle questioni dell’età pensionabile e della previdenza complementare è invece la Cisl: «Maroni convochi i sindacati e dica come vuole affrontare la verifica». Proprio la previdenza complementare dovrà assumere un ruolo centrale nel nuovo sistema pensionistico. Brambilla ha ribadito che si dovrà realizzare un vero «secondo pilastro». E anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che ha ripetuto che «la risposta sulle pensioni ci sarà nella Finanziaria dopo la verifica, ha detto che «la novità fondamentale riguarda i fondi pensione» per i quali sarà sancita la parità tra "chiusi" e "aperti". Sull’uso Tfr Tremonti ha affermato che «deve essere oggetto di libera scelta da parte del lavoratore: chi vorrà potrà potrà usarlo per i fondi pensione, ma chi vorrà lasciarlo in azienda, e sono molti, potrà farlo». Giovedí 19 Luglio 2001
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