9/1/2012 ore: 12:56

Orari no stop, il Pd va alla conta

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Nardella: no contrasti istituzionali. I sindacati denunciano: buoni spesa a chi lavora 3 domeniche

Firenze: Il Pd di Palazzo Vecchio pronto alla prova di forza a sostegno delle liberalizzazioni. Il ricorso alla Consulta del governatore toscano Enrico Rossi contro le aperture no stop del commercio, varato col decreto Salva Italia dal governo Monti, ha segnato una spaccatura tra i dem che siedono in Consiglio regionale.
Una divisione, quella tra le diverse anime del partito, evidenziata anche in Comune, dove però il capogruppo Francesco Bonifazi è intenzionato a mettere ai voti una mozione pro liberalizzazioni proprio durante il prossimo Consiglio comunale. Del documento, peraltro già approvato a luglio in commissione su proposta del consigliere Andrea Pugliese, il gruppo Pd ne discuterà già lunedì. E si preannuncia un altro faccia a faccia infuocato, con Stefania Collesei (sinistra Pd) che si dice «contraria a liberalizzazioni alla cieca, perché si rischia di mettere in ginocchio i piccoli negozi. Prima bisogna concordare un piano complessivo con le categorie».
Tutto mentre il vicesindaco, con delega al commercio, Dario Nardella, interviene di nuovo sulla vicenda: «Dare libertà ai negozi di decidere i giorni di apertura è di destra, obbligare i negozi a star chiusi è di sinistra. La discussione di questi giorni - nella quale rischia di cadere anche il mio partito, il Pd - sembra portare ai tempi di Gaber ma è affrontata da molte parti, anche all`occhio meno attento, in modo davvero semplicistico». E poi pungola il governatore Rossi: «Il tema del commercio e dei suoi orari è un tema complesso che sarebbe fin troppo comodo ridurre a schemi ideologici o meramente politici.
La questione diventa poi tecnicamente e politicamente ancor più complessa se viene affrontata da norme contrapposte e da un plateale contrasto istituzionale, come quello che si è determinato tra la Regione
Toscana e il Governo in questi giorni».
E ieri sono scesi in campo anche i sindacati, che annunciano «scioperi mirati» per contestare la deregulation del governo al fianco della Regione. Per Gianfranco Mazza della segreteria regionale della Fisascat Cisl «tutto questo porta più un danno che un guadagno, tranne che per qualche grande catena» e non ha escluso «anche azioni clamorose». Le liberalizzazioni «già c`erano, ora siamo nel campo dell`anarchia - aggiunge Barbara Orlandi, segretaria Filcams Cgil Firenze - c`è grande disorientamento tra i lavoratori che già ieri si sono sentiti chiedere di lavorare domani, dopo- domani e domenica. E i piccoli esercizi commerciali si stanno «arrabattando» per tentare di reggere il passo con la grande distribuzione che ha più facoltà di riuscire a garantire le aperture». E questo «rischia di generare una ricattabilità nei confronti dei commessi». Orlandi ha riferito di casi, come Esselunga, «dove alcuni lavoratori hanno raccontato che sono stati proposti buoni acquisto di100 euro per chi garantirebbe la disponibilità di lavorare per tre festivi». Infine i sindacati hanno ricordato che «l`anno scorso, nel centro storico di Firenze, ci sono state 362 aperture su 365: se questo avesse portato a risultati consistenti sul fatturato, voglio auspicare che si sarebbero tradotti in assunzioni stabili, ma così non è avvenuto. Anzi, ci sono stati casi come la Coin che a dicembre non ha pagato le tredicesime».