23/2/2023 ore: 17:38

Vigilanza privata, i sindacati portano al ministero la preoccupazione dei lavoratori per il mancato rinnovo del contratto

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Nella vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro della Vigilanza privata e dei Servizi Fiduciari, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno coinvolto in maniera diretta il Ministero del Lavoro.

Nel corso dell’incontro di mercoledì scorso 22 febbraio, i rappresentanti dei lavoratori hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per le condizioni degli oltre 100mila addetti del comparto, che lavorano in assenza di contratto da oltre sette anni, senza adeguamenti salariali da marzo del 2016.

“Abbiamo espresso il nostro disappunto – spiega Emanuele Ferretti, che per Filcams segue la vicenda – per una situazione che di giorno in giorno si fa sempre più insostenibile, con decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che da troppo tempo non vedono adeguati i loro stipendi, situazione aggravata anche dalla forte spinta inflattiva degli ultimi mesi”.

“Come Filcams – prosegue Ferretti – abbiamo rimarcato l’insufficienza della proposta datoriale sia per il comparto armato che non armato al di sotto degli indici di riferimento, i quali tra l’altro sono al netto dei beni energetici e che non risulta dignitosa anche in riferimento all’andamento del settore che ha aumentato i fatturati delle aziende negli ultimi anni”.

A supporto dell’iniziativa sindacale volta a chiudere l’accordo di rinnovo nei tempi più brevi possibile, lavoratrici e lavoratori hanno proclamato uno stato di mobilitazione declinato in varie forme di protesta a livello territoriale.

Lunedì prossimo 27 febbraio manifesteranno a Palermo, presso le sedi istituzionali, per chiedere il diretto coinvolgimento di chiunque possa sbloccare la situazione; nelle Marche la forma della protesta sarà decisa nei prossimi giorni a livello provinciale, inserite nel già proclamato stato di agitazione; in Lombardia è già attivo lo sciopero degli straordinari per tutti gli addetti della regione.

A Roma, a supporto della vertenza, i sindacati hanno promosso una campagna informativa per la cittadinanza, collocando sugli autobus di linea dei manifesti che chiedono “Chi protegge chi protegge?” denunciando stipendi da fame, con i sette euro l’ora corrisposti alle guardie giurate in servizio armato.

“Abbiamo sottolineato – conclude Ferretti – come il settore sia caratterizzato dal lavoro in appalto e che a beneficiare di questa inadeguatezza della retribuzione non sono solo le imprese ma anche le committenze, in buona parte anche pubbliche, che hanno beneficiato soprattutto nel periodo della pandemia del lavoro indispensabile di tutti gli addetti, armati e non armati”.

Il Ministero dal canto suo ha acquisito le dichiarazioni dei rappresentanti sindacali, impegnandosi ad un approfondimento e a valutare un intervento diretto, auspicando una soluzione positiva della vertenza.