2/3/2023 ore: 10:48

Vigilanza privata, nelle parole degli addetti il disagio per il mancato rinnovo del contratto

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Hanno sfilato in tanti lunedì, 27 febbraio, a Palermo: guardie giurate e addetti ai servizi fiduciari hanno attraversato la città e hanno concluso il corteo davanti al palazzo della Prefettura.

Una grande manifestazione regionale che ha portato all'attenzione, ancora una volta, la drammatica condizione nella quale versa il comparto, lavoratrici e lavoratori che stanno affrontando la stretta inclemente dell'inflazione con salari che non vengono aggiornati ormai da otto anni. Da tanto attende di essere rinnovato il contratto di settore, ostaggio di una resistenza da parte datoriale che si appunta in particolare proprio alla voce economica: un aumento salariale equo, in grado di sottrarre lavoratrici e lavoratori alle anacronistiche ristrettezze dei loro compensi viene giudicato insostenibile.

"Dobbiamo farci sentire - dice Marco, guardia giurata di Palermo - a questo punto lo sciopero è l'unico strumento che abbiamo per far comprendere alla parte datoriale il profondo disagio che stiamo vivendo".

Stipendi sotto la soglia minima, che non tengono conto del costo della vita e che costringono a comprimere la sfera personale per lavorare di più e mettere insieme quello che serve per andare avanti. "Molti colleghi sono costretti a fare straordinari e saltare riposi per avere uno stipendio più adeguato - racconta Marco - tutto tempo tolto alla famiglia".

Per quanto sia il più dolente, non c'è solo il nodo economico, ricorda il delegato Filcams. "È necessario rivedere la parte normativa del nostro contratto, che ormai è obsoleta. In particolare proprio gli straordinari, che sono spesso calcolati in maniera errata".

"Noi dei Servizi Fiduciari ci troviamo un gradino più in basso dei colleghi della Vigilanza" dice Pietro, che veste questa divisa, sempre a Palermo, da una decina di anni. "Abbiamo neo assunti con un salario di 820 euro lordi al mese, per un contratto full time. Siamo rimasti fermi qui".

La manifestazione di Palermo è stata partecipata, sentita. "Ogni occasione è preziosa per farci ascoltare, perché le istituzioni abbiano contezza della situazione in cui ci troviamo, che ormai è insostenibile e lo è diventata ancora di più con la crisi energetica, l'aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti. È veramente difficile".

Al blocco del rinnovo si aggiungono i problemi legati ai cambi appalto, ricorda Pietro. "Per le aziende sono occasioni per privare i dipendenti di diritti e tutele, per riuscire ad avere mano più libera in caso di eventuali cessazioni di rapporti di lavoro. Io ho cambiato tre aziende e soltanto grazie al sindacato sono riuscito a non perdere niente dal punto di vista retributivo e contributivo".

La situazione a Sud è più problematica, aggiunge Pietro. "Bisogna mettersi nei panni di lavoratori che non hanno molte alternative e che per portare a casa uno stipendio sono spesso costretti a rinunciare a diritti acquisiti, perché qui trovare lavoro è più difficile. A nord le aziende del settore, anche le grandi, cominciano ad avere più difficoltà a trovare personale". Perché iniziare un lavoro come questo, con i rischi che comporta, a 820 euro lordi al mese è sempre meno accettabile. È un segnale per Pietro, "una piccola cosa a sostegno della nostra grande causa".