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SCIOPERANO LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI DELLE PULIZIE DEL SETTORE SCOLASTICO

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4 giugno 2010



Scioperano le lavoratrici ed i lavoratori delle pulizie del settore scolastico


Lunedì 7 giugno sciopereranno le lavoratrici ed i lavoratori delle pulizie del settore scolastico, i cosiddetti “Appalti storici”. Iniziative territoriali, manifestazioni e presidi davanti ai provveditorati delle città e agli uffici scolastici regionali, per protestare contro i tagli del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e la mancata attenzione da parte delle Istituzioni, per una vertenza che coinvolge circa 12000 lavoratori su tutto il territorio nazionale.
Una situazione difficile e preoccupante che si protrae ormai dallo scorso dicembre, quando il Ministero aveva comunicato il taglio del 25% degli appalti delle pulizie scolastiche.
Dopo diverse iniziative nazionali e a livello territoriale, il MIUR aveva concordato con le organizzazione sindacali un incontro che non è mai avvenuto, perché rimandato dallo stesso Ministero, senza la programmazione di una nuova data.
“La scuola sta per terminare e la situazione ancora non è stata risolta,cosa succederà a settembre?” è l’allarme lanciato dalla Filcams Cgil che in tutte le regioni si mobilita anche per coinvolgere l’opinione pubblica, genitori e ragazzi direttamente coinvolti nella vicenda. I tagli alle pulizie delle scuole si ripercuotono sull’igiene e la sicurezza degli edifici scolastici.

In Toscana sono circa un migliaio i lavoratori interessati dalla vertenza, Lucca, Livorno, Massa e Firenze, sono le città in cui lunedì 7 giugno saranno organizzati i presidi davanti i provveditorati. In Veneto, dove sono 1200 i lavoratori coinvolti, la Regione era riuscita a tamponare la situazione, dopo i tagli del Ministero, inserendo a bilancio 900 mila euro, ma finora ne sono stati stanziati soltanto 100 mila.
Ad esclusione di Rieti, che organizzerà un presidio davanti la prefettura della città, tutte le altre province del Lazio, si raduneranno davanti al Provveditorato agli Studi di Roma. Più di un migliaio i lavoratori coinvolti.