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A BRUXELLES LA CONFERENZA “SISTEMI DI SALARIO MINIMO E CAMBIAMENTI DELLE RELAZIONI SINDACALI IN EUROPA”

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27 settembre 2010


A Bruxelles la conferenza “Sistemi di salario minimo e cambiamenti delle relazioni sindacali in Europa”

Il 23 e 24 settembre a Bruxelles si è svolta la Conferenza “Sistemi di salario minimo e cambiamenti delle relazioni sindacali in Europa”, organizzata dalla Manchester Business School, dell’Università di Manchester e facente parte di un progetto finanziato dall’Unione Europea
Il progetto si prefigge l’obiettivo di effettuare una ricerca sui vari sistemi di salario minimo presenti in Europa e principalmente in 5 paesi: Spagna, Croazia, Ungheria, Germania e Regno Unito.
In questi paesi sono stati osservati e studiati 4 settori: pulizie, costruzioni, vigilanza privata e commercio. Dopo la presentazione del progetto da parte dei ricercatori universitari sono state organizzate 4 tavole rotonde, una per ciascun settore analizzato.
Le presentazioni e gli interventi hanno evidenziato i pregi e i limiti del meccanismo del salario minimo in ciascun paese, con alcuni punti in comune:
·le ricerche dimostrano che l’introduzione del salario minimo non ha causato alcuna diminuzione nell’impiego smentendo chi sosteneva che l’aumento dei costi avrebbe portato a perdite d’occupazione;
·la crescita del salario minimo ha permesso di effettuare una contrattazione collettiva con retribuzioni superiori;
·l’aver adottato il salario minimo ha permesso a numerosi lavoratori di uscire dalla soglia di povertà e ad altri di non entrarci;
·all’aumento della quota nominale del salario minimo si assiste ad un aumento dei salari dell’economia sommersa.

Gli interventi datoriali hanno espresso apprezzamento per l’introduzione del salario minimo in quanto in alcuni settori, specialmente in quello delle pulizie, ha permesso di evitare una concorrenza spietata verso il basso basata sulla compressione dei costi e ha contrastato il fenomeno del lavoro autonomo, spesso come copertura di lavoro nero e sottopagato.
In alcuni settori del mondo del lavoro, come quello della vigilanza, l’impatto di alcune direttive europee (specialmente quelle sui lavoratori distaccati e sul trasporto valori transfrontaliero) potrebbe limitare i benefici derivanti dall’introduzione del salario minimo: in un mercato sempre più aperto come quello europeo, la liberalizzazione dei servizi porterebbe fuori mercato quelle aziende operanti nei paesi in cui il costo del lavoro è più alto in favore di chi opera dove il costo del lavoro è più basso.
Il Commissario Europeo Andor, nel suo intervento conclusivo, ha esposto la posizione della Commissione Europea sul tema, benché le politiche retributive non siano di competenza europea, è intenzione della Commissione favorire il dialogo sociale e promuovere tutte le iniziative per ridurre le diseguaglianze fra i cittadini e aumentare il benessere.