11/11/2022 ore: 10:30

Appalti Scuole: procedura di licenziamento per 931 lavoratrici e lavoratori

Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro ai Ministeri competenti

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A due anni dall’avvio della fase assunzionale per l’internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti delle pulizie delle scuole, ci sono ancora 931 addetti per i quali non è stata trovata alcuna soluzione e rischiano il licenziamento.
Al fianco della mobilitazione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti anche le tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una nota ai ministeri competenti – Istruzione e Lavoro – per richiedere un incontro e un intervento urgente al fine di scongiurare la perdita di posti di lavoro. 

“È necessaria una assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti interessati per trovare soluzioni occupazionali strutturali per chi è escluso dalle assunzioni nelle scuole, ed evitare che 931 lavoratrici e lavoratori deboli e già in difficoltà dal 1° gennaio prossimo rimangano senza lavoro.” È quanto hanno scritto i sindacati a sostegno della vertenza, dopo che, in settimana, le tre sigle di categoria avevano richiesto il ritiro della procedura di licenziamento collettivo.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti nel contestare la natura e i contenuti del provvedimento, avevano anche rimarcato come la lunga vertenza, che ha visto la positiva internalizzazione di circa 14mila persone, rischia di concludersi in modo drammatico per un numero consistente di lavoratrici e lavoratori.

La vertenza, infatti, è iniziata lo scorso 1° marzo 2020, quando la procedura di internalizzazione dei servizi sopracitati prevista dalla Legge 30/12/2018 n. 145 e attuata con Decreto Dipartimentale del Ministero dell’Istruzione n. 2200 del 6/12/2019, ha immesso in ruolo, come personale ATA, oltre 12mila lavoratori fino a quella data occupati presso imprese titolari degli appalti, ma contemporaneamente ha lasciato senza il proprio posto di lavoro 3mila persone collocate tra diversi territori e regioni. 
La seconda fase assunzionale, che si è conclusa lo scorso 1° settembre 2021 con l’immissione in ruolo di ulteriori circa mille lavoratrici e lavoratori, non ha dato risposta a tutti, anche a causa dei contenuti e i criteri richiesti, che non hanno permesso neanche a tutti i possessori del requisito di anzianità di fare domanda di partecipazione al bando. 
Dopo un ulteriore intervento sindacale con la Legge di Bilancio n. 234/2021, all’art. 1, comma 960, è stata prevista una terza fase assunzionale per l’immissione negli organici ATA delle scuole dei lavoratori con i requisiti, a partire dal 1° settembre 2022, ma ad oggi manca il decreto di attuazione, per un inspiegabile ritardo nel rilascio dei pareri da parte dei quattro ministeri interessati. 
Ad oggi, la chiusura del processo di internalizzazione ha lasciato senza occupazione e reddito quasi mille lavoratrici e lavoratori collocati in larga parte su Roma e nella regione Campania. 
Attualmente, gli esclusi sono collocati in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per Cessazione attività fino al 31 dicembre 2022, quindi in mancanza di interventi straordinari di sostegno, dal 1° gennaio 2023 verranno licenziati. 

È quanto mai indispensabile convocare un Tavolo interministeriale, per mettere in sicurezza e dare continuità occupazionale e reddituale alle lavoratrici e ai lavoratori rimasti fuori dal percorso di internalizzazione e attivare tutti gli strumenti di protezione sociale e di sostegno.

“Non c’è tempo da perdere – hanno dichiarato i sindacati di categoria – i nuovi Ministri si facciano carico della situazione per evitare che 931 lavoratrici e lavoratori deboli e già in difficoltà dal 1° gennaio prossimo si trovino senza un posto di lavoro”.