23/11/2015 ore: 18:01

Articolo Zara su la stampa.it: i lavoratori rispettano le diversità

Sabato 21 novembre è stato pubblicato, sull'edizione online de "La Stampa", un articolo dal titolo "Atteggiamenti ambigui. Fastidio per i colleghi islamici. La protesta dei dipendenti di Zara". All'articolo era inizialmente associata una foto con le bandiere della Filcams Cgil che, a seguito della immediata e giustissima protesta della Filcams di Torino, è stata poi rimossa. Tuttavia, anche come Filcams Nazionale, ci sentiamo profondamente indignati dai contenuti dell'articolo, con la certezza di interpretare anche il pensiero della maggioranza dei dipendenti di Zara che rappresentiamo. "La preoccupazione che qualcuno sembra aver espresso a titolo personale non può essere liberamente interpretata come generalmente condivisa da tutti i dipendenti di Zara Italia" afferma Sabina Bigazzie della Filcams Cgil Nazionale, "è, caso mai, vero il contrario. Infatti le condizioni di lavoro dei lavoratori degli appalti, in particolare della logistica, con grande spirito solidaristico, sono state spesso portate alla nostra attenzione dalle nostre delegate e dai nostri delegati, presenti in molti punti vendita a livello nazionale, come problema da porre all'azienda, proprio con l'obiettivo di migliorarle. " "Vogliamo anche rassicurare chi sembra abbia segnalato il disagio a "La Stampa", poiché pare che chi ha scritto l'articolo non sappia che i terribili attentati di Parigi sono stati compiuti da terroristi che per la maggior parte erano cittadini belgi o francesi. Nulla a che vedere quindi con lavoratori Pakistani o Egiziani." La cultura della nostra organizzazione è da sempre improntata al rispetto delle diversità di qualunque natura ed origine. In questo principio si sono evidentemente riconosciuti le molte lavoratrici ed i molti lavoratori di Zara che hanno aderito alla Filcams Cgil, così come i nostri delegati sindacali che li rappresentano. Perciò  ci risulta inaccettabile che tali diversità culturali vengano utilizzate per fare "notizia" là dove la notizia non c'è. "Anche come cittadini" conclude Sabina Bigazzi, "ci sentiamo profondamente indignati per la spregiudicata irresponsabilità di un articolo che mira a creare e ad alimentare fobie prive di fondamento in un momento così triste è difficile della nostra storia."