17/10/2005 ore: 16:42

AVVISO AI FARMACISTI: NON SONO CARTELLE ESATTORIALI I SOLLECITI DI PAGAMENTO ONAOSI

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17 ottobre 2005

AVVISO AI FARMACISTI: NON SONO CARTELLE ESATTORIALI I SOLLECITI DI PAGAMENTO ONAOSI


I solleciti di pagamento di quote Onaosi, che da qualche settimana sono recapitati ai farmacisti, non sono cartelle esattoriali, e dunque il loro pagamento non è affatto obbligatorio, né vi saranno procedure di recupero da parte degli uffici fiscali.

Questo è il succo della comunicazione che la Filcams ha diffuso alle proprie strutture per rispondere alle richieste di chiarimento che i farmacisti collaboratori stanno indirizzando alla federazione sindacale del terziario.

Quella delle quote, presunte obbligatorie, da pagare all'Onaosi è una vecchia storia, portata al giudizio del Tar del Lazio da Federfarma, l'associazione dei farmacisti titolari, e da Filcams Fisascat Uiltucs in nome dei farmacisti collaboratori.

Federfarma e le tre federazioni sindacali hanno intrapreso, a settembre 2004, la loro battaglia contro «un soggetto privato di cui non si sa nemmeno quanti siano i beneficiari dell'assistenza, quali prestazioni ricevono e quanto costi la gestione dell'ente».

L'Onaosi, Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani, è una fondazione privata che, come lascia intendere il nome, opera per l'assistenza agli orfani nel campo delle professioni sanitarie.

Il contributo che la fondazione pretende da farmacisti e altri iscritti agli ordini professionali sanitari è differenziato per età. Le tariffe aggiornate di adesione sono tre: 12, 72, 120 euro.

Il punto è che gli avvisi o solleciti di pagamento che la fondazione invia a tutti gli esercenti le professioni sanitarie inducono a pensare che siano cartelle esattoriali.

La presentazione del ricorso al Tar Lazio, da parte di Federfarma Filcams Fisascat Uiltucs, si propone di chiudere ogni possibile equivoco su un ente che ogni anno ama presentarsi sotto le spoglie del contributo professionale obbligatorio.

Nel 2004, tali avvisi di pagamento arrivarono a 430mila operatori sanitari. Le associazioni sindacali calcolarono che, se tutti i sanitari avessero pagato, la fondazione avrebbe incassato qualcosa come 43 milioni di euro.