23/12/2021 ore: 13:29

AZ, reintegrato il lavoratore licenziato ingiustamente

Il delegato Filcams era stato accusato dall’azienda di aver manomesso il camion con cui lavorava, ma perizie e sentenza hanno decretato che non aveva alcuna responsabilità per le condizioni del mezzo

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Questa storia inizia nel 2019 quando la AZ, uno dei maggiori gruppi imprenditoriali calabresi di commercio all’ingrosso e al dettaglio, ha deciso di esternalizzare il comparto trasporti dell’azienda: 14 autisti e camion vengono ceduti alla cooperativa Agon, una cessione che la Filcams decide di non siglare. “Ci siamo opposti, non abbiamo firmato nessun accordo, abbiamo organizzato scioperi e sit in – racconta Giuseppe Valentino, segretario generale Filcams Cgil Calabria – ma l’azienda non ha ceduto anzi, ha fatto convocare un tavolo in Confindustria e ottenuto la firma del verbale di accordo di cessione da parte di Fisascat e Uiltucs”.

Quasi tutti gli autisti però impugnano il trasferimento e i cinque seguiti dall’ufficio legale Cgil vincono la causa. “Abbiamo dimostrato che la cessione era fittizia, una pura e semplice cessione di manodopera – spiega l’avvocato Danilo Colabraro – perché la parte organizzativa di questo ramo d’azienda è rimasta in capo ad AZ. Abbiamo fatto questa vertenza e vinto in primo grado, e la società ovviamente ha appellato le sentenze”.

La cessione è apparsa in sede legale con le sue effettive sembianze, quelle di un appalto di manodopera. La reazione di AZ non si è fatta attendere, racconta Valentino, dei lavoratori che hanno vinto la causa uno viene trasferito a Reggio Calabria, lontano dal luogo di residenza. Ma c’è molto di più: il delegato Filcams Cgil, quello che si era opposto con forza sin dalle prime battute alla cessione del ramo d’azienda, viene licenziato per giusta causa. Per dolo.

“Il delegato viene accusato di avere danneggiato volontariamente il motore di un camion. Siamo ricorsi a una perizia tecnica di parte, alla quale si è aggiunta poi la ctu disposta dal giudice – ricostruisce l’avvocato – ed è emerso con chiarezza che la rottura non poteva essere imputata al lavoratore, ma alla vetustà del veicolo e alla cattiva manutenzione. Era un camion con oltre un milione di chilometri e all’autista si è rotto praticamente tra le mani”.

Il lavoratore, oltre ad essere costretto a guidare un mezzo fatiscente, era stato quindi accusato di voler boicottare l’azienda, come è stato riportato nella contestazione disciplinare conclusa poi con il licenziamento.

“Abbiamo impugnato sia la cessione ad Agon sia il licenziamento – spiega l’avvocato Colabraro – e abbiamo vinto entrambe le cause. La prima sentenza ha reintegrato il lavoratore in Agon e dopo la sentenza che ha disposto sulla cessione di ramo d’azienda è stato reintegrato in AZ”.

È questa la bella notizia arrivata pochi giorni fa. “Il giudice gli ha assegnato 12 mensilità più il reintegro, ma è stato collocato in ferie forzate, un altro provvedimento al quale ci stiamo opponendo” dice Valentino.

“Faremo una causa anche per questo se sarà necessario, l’imposizione unilaterale di ferie non la accettiamo: dopo due anni di allontanamento dal lavoro il dipendente non ha certo bisogno di ristorare le sue energie psico-fisiche” conclude l’avvocato, che si dice fiducioso per l’appello. “Siamo di fronte a una forma incontrollata di esternalizzazione, proprio quella che l’articolo 2112 vorrebbe vietare”.

“I lavoratori sono stati coraggiosi a opporsi – tiene a dire Giuseppe Valentino – lavorano in questa azienda da 20 anni e non erano certo contenti di arrivare allo scontro”. Ma hanno tenuto duro, e hanno registrato una giusta vittoria.