20/2/2015 ore: 7:27

Crisi del Gruppo Mercatone: In Piemonte A Rischio Oltre 400 Dipendenti

Si sta manifestando in tutta la sua drammaticità la crisi del Gruppo Mercatone. In Piemonte richiesto un tavolo istituzionale regionale.

Il Gruppo Mercatone a livello nazionale conta 79 punti vendita con 3.500 dipendenti. In Piemonte, nei 13 punti vendita a marchio Mercatone sono coinvolti 389 dipendenti, che arrivano a ben oltre 400 se si sommano anche gli associati in partecipazione. Di questi il 98 % sono a tempo indeterminato, 271 a full time e la stragrande maggioranza è composta da donne. “Dal 17 Maggio 2011 si è in contratto di solidarietà per far fronte alle prime negative situazioni di mercato” spiega in una nota la Filcams Cgil Piemonte “trattativa molto impegnativa che si era sviluppata per definire un programma di riorganizzazione e di riqualificazione del personale. Un percorso importante e anche difficile, ma nei negozi dove il programma si è attuato oggi si vedono le differenze e, seppur con difficoltà, gli andamenti economici sono migliori.” “Non riuscire a valorizzare il sapere e la conoscenza dei lavoratori e delle lavoratrici aggrava situazioni economiche già negative nel mercato” - sottolinea la segretaria generale della Filcams Piemonte, Marinella Migliorini - “dopo tutti i sacrifici di questi anni dobbiamo impegnarci a fondo per impedire che in Piemonte aumentino i disoccupati e ci sia un'ulteriore emorragia di reddito salariale”. La Filcams Piemonte ritiene che la lunga storia occupazionale e le ampie conoscenze professionali non debbano essere spazzate via dalla Crisi del Gruppo Mercatone, servono azioni di difesa per tutti gli occupati e per questa fascia di mercato. “Pertanto - dichiara la segretaria della categoria - riteniamo necessario chiedere un tavolo istituzionale regionale per stimolare l'interesse alla riorganizzazione o acquisizione del gruppo, per sostenere il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici e per coinvolgere anche le amministrazioni comunali, dove sono presenti i punti vendita, in azioni che consentano la continuità operativa e la difesa occupazionale.”