2/12/2022 ore: 15:21

ITX Italia, la mobilitazione continua. All'orizzonte un Natale di proteste e di scioperi

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Non è affatto conclusa la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo ITX Italia, che raccoglie i punti vendita dei marchi Zara, Zara Home, Stradivarius, Pull & Bear, Oysho, Bershka e Massimo Dutti. Un percorso di protesta avviato in estate con la proclamazione dello stato di agitazione e passato attraverso assemblee e scioperi territoriali, a partire dal primo dei negozi romani, nel tempo confermato e rinvigorito di fronte alla sordità dell'azienda che del punto fondamentale della richiesta, un'integrazione salariale, proprio non vuole sentir parlare.

"Abbiamo fatto assemblee e indetto qualche ora di sciopero a singhiozzo, finché l'azienda ci ha fatto una proposta inaccettabile - racconta Fiammetta, delegata Zara, Filcams di Torino - e cioè al posto delle commissioni sulle vendite che percepiamo, che sono sempre state decise unilateralmente dall'azienda, ha messo sul tavolo un incentivo variabile che sarebbe stato legato al raggiungimento di obiettivi per il 2023 che, visto l'altissimo fatturato raggiunto da ITX, sarebbe ben difficile realizzare: ci saremmo visti così azzerare una parte del salario abituale".

Quella che si voleva spacciare per una concessione si configurava in sostanza come una retrocessione, che l'azienda ha rifiutato di mettere in discussione.

Si è arrivati così alla più massiccia mobilitazione diretta al cuore degli affari di stagione, lo sciopero indetto in occasione del Black Friday, che ha coinvolto diversi punti vendita sul territorio nazionale.


Ma appunto, non finisce qui: sabato 3 è la volta di Milano e sarà lo shopping del primo fine settimana di dicembre, già in odor di Natale, a fare le spese dello scontento dei dipendenti.

"Quando è stato rinnovato lo stato di agitazione e indetto lo sciopero abbiamo avuto un boom di iscrizioni - racconta sempre Fiammetta - perché le lavoratrici e i lavoratori sono arrabbiati. Dopo 10, 15 e anche 20 anni di lavoro, come nel mio caso, a ritmi altissimi e con risultati eccellenti, tanti complimenti ma mai un riconoscimento economico. La partecipazione allo sciopero del Black Friday da noi è stata altissima, è stata capita l'importanza della protesta, che il sindacato è un'arma potente".

E mentre Milano si prepara a incrociare le braccia, negli altri territori continuano le assemblee.

"Poi a fronte delle nostre richieste non ascoltate l'azienda ci ha proposto un carnet di buoni che abbiamo difficoltà a capire dove poter utilizzare". L'intento è chiaro, placare gli animi ed evitare altri scioperi, con un contributo ancora lontano dalle richieste avanzate da sindacato e lavoratori. Briciole, mentre per i colleghi spagnoli si profila l'erogazione di un premio in denaro di 1000 euro per l'inizio del prossimo anno. 

È un'azienda dura dicono i lavoratori, che non ama sedersi ai tavoli di contrattazione.

"Fino a che sei giovane e segui le tue ambizioni, vai e chiudi gli occhi su tante, troppe cose - racconta Sara, delegata Bershka di Roma - perché è un'azienda che chiede tantissimo e non elargisce sufficienti riconoscimenti". Non c'è meritocrazia, si sente dire dai dipendenti: il fattore determinante è la disponibilità. "Ma un conto è essere ragionevolmente disponibili, un altro esserlo totalmente. E se poi ti mostri meno disponibile o addirittura chiedi qualcosa, scendi immediatamente di un gradino".


Quello che quest'anno è emerso con tanta prepotenza non era poi così nuovo, era solo più evidente e difficile da accettare. "Cerchiamo di far valere i nostri diritti - dice Sara - e quello che pensiamo sia giusto per tutti. Ho sperato in un'apertura alla discussione da parte dell'azienda, ma li vedo solo prendere tempo, pur di non venirci incontro. Li sento solo dire no".

E intanto le adesioni di lavoratrici e lavoratori al sindacato aumentano e i nuovi arrivati, freschi di tesseramento, partecipano con entusiasmo alla protesta.

"E se l'azienda continua a non volere venirci incontro andremo avanti con la mobilitazione. Ma una cosa deve essere chiara - tiene a sottolineare Sara - l'azienda, e chiunque si interessi a questa vicenda, deve capire che i lavoratori non chiedono la luna, chiedono semplicemente il giusto, lo stesso incremento economico per tutti i dipendenti, senza differenze tra chi ricopre ruoli organizzativi e chi quella organizzazione la mette in pratica, tutti i giorni, all'interno dei negozi. Perché se un negozio lavora bene e raggiunge gli obiettivi, non è grazie a un singolo, ma grazie all'impegno di un gruppo".