9/12/2010 ore: 7:58

LAVORO A CHIAMATA: IN VENETO LA CGIL E LA FILCAMS APRONO UN TAVOLO

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9 dicembre 2010



Lavoro a chiamata: in Veneto la Cgil e la Filcams aprono un tavolo per definire una proposta che porti ad una revisione della normativa


La nuova frontiera della precarietà si chiama lavoro a chiamata, una modalità pressoché inesistente tre anni fa ed esplosa durante la crisi.

Il contratto di lavoro a chiamata, o intermittente è un contratto di lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato, mediante il quale un lavoratore mette a disposizione di un datore di lavoro la propria prestazione lavorativa, rendendosi disponibile a rispondere alla “chiamata” di quest’ultimo.

“In Veneto è raddoppiato rispetto al 2009” afferma la Filcams Cgil Regionale Veneto “con quasi 70.000 ingaggi previsti entro la fine di dicembre, il lavoro a chiamata rappresentava a metà 2010 il 17,5% del totale delle assunzioni nella Regione, con una crescita esponenziale rispetto all’analogo periodo del 2008 (quando era a quota 1,1%) ed un ulteriore balzo in avanti nella seconda parte dell’anno.
Alberghi e ristoranti ne sono pieni (più del 60% è concentrato qui) ma il lavoro intermittente ha fatto ingresso anche nei negozi (10%) che lo utilizzano soprattutto sotto le feste natalizie, tanto che dicembre si presenta come il mese boom, quello in cui si registra il picco massimo di lavoratori a chiamata (25% sopra la media annua) anche se con meno ore lavorative dichiarate.”

Il lavoro a chiamata sta diventando una modalità per aggirare i controlli ispettivi e troppo spesso cela lavoro nero e irregolare.
Non sono nuovi nel Veneto i casi di lavoratori assunti a tempo parziale col minimo delle ore e poi impiegati anche oltre le 40 ore settimanali, ma ora il timore è di un’amplificazione di tali abusi con il lavoro a chiamata che, date le modalità di dichiarazione delle prestazioni, “può consentire – dice il Segretario regionale della Filcams, Adriano Filice - di assumere un lavoratore solo per garantirsi un’apparenza di legalità per poi farlo lavorare abbondantemente in nero senza troppo timore di controlli”.

Il fenomeno è preoccupante sia per le conseguenze in termini di evasione contributiva e fiscale, sia per i danni pesanti arrecati ai lavoratori sotto il profilo retributivo e pensionistico.
La Cgil e la Filcams (sindacato del commercio e del turismo) hanno deciso di riunire tutti (sindacato, istituzioni, imprenditori) attorno ad un tavolo per approdare ad una proposta che porti ad una drastica revisione della normativa oltre che ad una più intensa attività di controllo.
Primo appuntamento giovedì 9 dicembre, ore 9,30 presso la sede della Cgil Regionale a Mestre.
Presenta: Fabrizio Maritan, dip. Politiche attive lavoro Cgil Veneto – Introduce Adriano Filice
segretario generale Filcams Veneto. Intervengono Bruno Anastasia, esperto di Veneto lavoro;
Ornella Agostini, dirigente regionale del Ministero del Lavoro; Luca Bertuola, Confcommercio Veneto;Mariagrazia Gabrielli, segretaria nazionale Filcams. Conclude Patrizio Tonon segretario Cgil Veneto.