3/2/2023 ore: 14:25

Lo sgabello no, la Filcams contro Autogrill a tutela dei diritti di un lavoratore

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Ci si può attaccare a tutto, a quanto pare, per tagliare il personale, anche a un semplice sgabello. È quello che ha tentato di fare Autogrill nel punto vendita Magra Est, in provincia di La Spezia, sfilando la seduta a un dipendente, un cassiere, che da anni - nonostante la patologia che gli impedisce di stare in piedi per più di due ore consecutive - riusciva a svolgere egregiamente il suo lavoro proprio grazie a quel supporto.

Un bel giorno il lavoratore si è sentito dire, di punto in bianco, che non poteva continuare così. E per dare corpo e ufficialità all'estradizione dello sgabello, l'azienda ha trovato sponda nelle valutazioni del medico competente secondo le quali il lavoratore, in ragione dei suoi problemi di salute, non avrebbe potuto svolgere l'attività per la quale era stato assunto.

Ma il cassiere, che ha un contratto a part time ciclico verticale e dovrebbe riprendere servizio a giugno, era stato assunto con la legge 68, ovvero la legge che favorisce l'inserimento mirato di soggetti con disabilità nel mondo del lavoro, tutelandone la corretta integrazione.

L'azienda dunque non scopriva improvvisamente le difficoltà del dipendente, che peraltro non trascorre tutto il tempo del suo turno seduto, anzi, oltre alle mansioni di cassa presta servizio al bancone e in sala quando serve.


Per Autogrill però l'equazione si profilava semplice: niente sgabello, niente lavoro.

Con il supporto della Filcams spezzina e con la necessaria perizia medica e l'assistenza legale, il lavoratore si è ribellato a questa sortita e ha chiesto giustizia.

Ma quando il Dipartimento di prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro della Asl 5 di La Spezia, fatte le analisi e le verifiche del caso, ha deciso di imporre all'azienda il ripristino dello sgabello, ha incontrato una strenua resistenza: anche se la seduta risolve il problema del lavoratore e gli permette di lavorare esattamente come tutti gli altri colleghi non va bene, in Autogrill cassiere e cassieri devono conservare fieramente la posizione eretta per l'intera durata del loro turno. L'azienda chiede così alla Asl di spiegare cosa intendano esattamente con la necessità di una pausa per "scaricare il peso" e l'ulteriore risposta che riceve chiude il circolo delle speculazioni: il lavoratore ha bisogno dello sgabello ogni due ore, per recuperare brevemente e poter riprendere la sua attività.

"Autogrill ha agito in modo discriminante nei confronti di un lavoratore fragile, parte di una categoria protetta, che esegue comunque il suo lavoro in modo dignitoso e il cui operato non era mai stato contestato", commenta Giorgia Vallone, segretaria generale Filcams La Spezia. "La Asl ha ribadito la sua richiesta, ora vedremo come si comporterà l'azienda a giugno, quando il lavoratore dovrà riprendere servizio. Questa è solo la punta dell'iceberg - aggiunge la segretaria - abbiamo incontrato altre difficoltà in Autogrill in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro, e per discuterne ci incontreremo a breve in assemblea con le lavoratrici e i lavoratori della catena di ristoro".