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MANOVRA ECONOMICA: LA FILCAMS CGIL CRITICA LA TOTALE LIBERALIZZAZIONE DELLE APERTURE DOMENICALI E FESTIVE NEL COMMERCIO

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19 agosto 2011


Manovra Economica
La Filcams Cgil critica la totale liberalizzazione delle aperture domenicali e festive nel commercio

Com’era facilmente prevedibile, il decreto di Ferragosto è diventato il classico cavallo di Troia con il quale far entrare nella manovra ben altro di quanto occorrerebbe per una vera politica di risanamento.
Le disposizioni attraverso le quali si prevede la totale liberalizzazione delle aperture domenicali e festive nel commercio ne sono un esempio lampante.

“E’ veramente difficile individuare un argomento di merito che possa stabilire un nesso logico tra gli obiettivi che stanno alla base della manovra (anticipo al 2013 del pareggio di bilancio sollecitato dalla BCE) e quanto si propone per il settore distributivo” afferma Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil “Che c’entra, infatti, aprire gli esercizi commerciali 52 domeniche l’anno e tutti i giorni festivi, magari 24 ore il giorno, con la messa a punto di una ricetta anti-crisi, che possa far uscire il Paese dal rischio retrocessione?”.

Tale nesso è talmente inesistente da mettere in dubbio competenze e buona fede di un governo totalmente privo di idee e completamente in balia di lobbyes ed interessi, che cercano di “arraffare” tutto quanto è possibile, nel tragico fallimento della legislatura.

“Il consumo non aumenta aumentando le aperture nel commercio” prosegue Martini “ma incrementando la quota di reddito disponibile al consumo. Se i soldi da spendere rimarranno quelli che attualmente dispongono le tasche degli italiani (della stragrande maggioranza, non dei pochi ricchi), neanche aprendo a Natale e a Pasqua si potrà sperare nel miracolo della moltiplicazione degli scontrini di cassa! E su questo, la manovra non fa che peggiorare la situazione, tartassando ulteriormente i redditi da lavoro e da pensione.”

“Per contro, il piccolo e medio commercio, già stressato dalla pressione della grande distribuzione, subirà un nuovo, duro colpo, rischiando di veder ridotta la propria presenza sul mercato e con essa anche un bel po’ di lavoro dipendente. Altro che crescita dell’occupazione! La stessa Grande Distribuzione Organizzata, principale sponsor delle liberalizzazioni, si è guardata bene dal capitalizzare le maggiori aperture ottenute in questi anni nella crescita dell’occupazione stabile, quanto in quella flessibile, ai margini spesso della precarietà.”

“L’Europa che sollecita nelle strategie anti-crisi, va in direzione esattamente opposta da quella individuata nella manovra, per quanto riguarda le aperture commerciali. Il Ministro Brambilla dovrebbe spiegare agli italiani come mai molti paesi che hanno i conti più in regola dei nostri, chiudono i negozi già il venerdi sera e rispettano le feste civili e religiose.”

Lo stile del Governo è ancora una volta inconfondibile, nel disprezzare il ruolo delle parti sociali e della concertazione. La materia in questione, infatti, è di competenza di Regioni e Comuni ed è oggetto di confronto e concertazione.

Coerentemente con la campagna La Festa non si vende, la Filcams si opporrà a queste misure, le combatterà, proponendo il coinvolgimento degli altri sindacati, delle associazioni dei consumatori e delle istituzioni.

“Anche perché” conclude il segretario “al fondo di questi ragionamenti, c’è una questione del tutto assente nei contenuti del provvedimento e nei commenti favorevoli che si sono potuti leggere: la condizione di chi lavora nei negozi, prevalentemente donne.
Il sindacato non può lasciare il destino della condizione lavorativa nel settore alle conseguenze dannose del malgoverno e della mistificazione. Motivo in più per pretendere modifiche sostanziali alla manovra, per le quali non faremo mancare proposte e mobilitazione.”