8/5/2009 ore: 10:58

NON UN DECRETO CORRETTIVO, MA UNA VERA E PROPRIA CONTRORIFORMA

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Non un Decreto Correttivo, ma una vera e propria controriforma

Presentate ieri con una conferenza stampa, le osservazioni della Consulta giuridica della Cgil al decreto correttivo del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro



Il governo approva un decreto detto “correttivo” di un Testo Unico entrato in vigore solo nell’aprile del 2008; 130 articoli per modificare una legge, a cui però, non si è dato neanche un tempo sufficiente di attuazione; non è stato possibile verificare l’emergere di eventuali criticità.
Quello che è stato messo in discussione, quindi, sono le idee e gli atti del governo precedente.
Questa è la prima contestazione che emerge durante la conferenza stampa che si è tenuta ieri, per presentare le osservazioni della Consulta Giuridica della Cgil. Un’analisi accurata del decreto da parte dei proff. Carlo Smuraglia, Olivia Bonari e Luca Masera ha messo in luce tutte le criticità di un testo nato solo per salvaguardare i datori di lavoro.
Un attacco alla costituzione, un atto che va anche contro la normativa comunitaria secondo la quale il tema della sicurezza deve essere parte integrante della pianificazione e dell’organizzazione aziendale.
“Il datore di lavoro viene deresponsabilizzato, esonerato completamente da ogni eventuale colpa: il vero responsabile del proprio infortunio è il lavoratore stesso” così Carlo Smuraglia attacca l’art. 15 bis secondo il quale il datore di lavoro non risponde della morte o dell’infortunio se l’evento è riconducibile alla responsabilità di un qualsiasi altro soggetto operante nel contesto produttivo (preposto, progettista, medico competente o lavoratore).
Perplessità anche sull’art. 2bis che stabilisce che la presunta conformità è costituita anche solo dalla certificazione della adozione e della efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione.
Due articoli rappresentativi della filosofia di questo decreto, che non vuole, come sostiene il ministro Sacconi, mettere al centro il lavoratore, ma vuol più che altro lasciarlo solo, ed è per questo che la Cgil chiede ne chiede l’abrogazione, perché più che di una correzione è una vera e propria controriforma.