14/9/2018 ore: 10:16

Per il rilancio del marchio, i lavoratori Valtur chiedono aiuto al Ministro dello Sviluppo Economico

Contenuti associati

Come è noto il 19 luglio il marchio Valtur è stato acquistato per 5 milioni di euro dal gruppo pugliese Nicolaus, che fa riferimento alla famiglia Pagliara. Dopo che il tavolo organizzato dal MISE il 26 luglio è andato deserto, Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs hanno inviato una richiesta di incontro direttamente alla società pugliese per attivare un confronto sul piano industriale. "L'investimento di Nicolaus sul marchio e le prime dichiarazioni di Pagliara - commenta Luca De Zolt della Filcams Nazionale - fanno intendere che c'è un'intenzione reale del gruppo a reindustrializzare il marchio Valtur; la stagione invernale è alle porte e l'estate 2019 sarà la cartina di tornasole dell'investimento: il confronto va iniziato quanto prima a livello aziendale e istituzionale. Non nascondiamo la speranza che Nicolaus possa rimettere in gioco i villaggi lasciati chiusi dalla disastrosa esperienza Bonomi, e che il piano industriale preveda una prospettiva occupazionale agli ex lavoratori Valtur: il marchio non ha valore senza l'esperienza e la professionalità di chi lo ha costruito". E proprio i lavoratori Valtur lanciano in queste ore un appello al Ministro Di Maio perchè si faccia carico della riattivazione di un tavolo in sede istituzionale. "Proprio perché Valtur è una icona del turismo italiano, ma anche alla luce delle operazioni intercorse con Cassa Depositi e Prestiti - scrivono i lavoratori - ci chiediamo come sia stato possibile che lo Stato non sia riuscito ad evitare il crack aziendale, lasciando così che un’azienda simbolo del made in Italy, capace di valorizzare nel mondo pezzi del nostro Paese, sia finita in un buco nero." I lavoratori chiedono un intervento del MISE "pur nella consapevolezza - proseguono nell'appello - di non rappresentare, al pari di ILVA, un caso nazionale, certi però che Lei comprenda quanto sia angosciante ritrovarsi, dalla sera alla mattina, in mezzo ad una strada, vittime di una proprietà miope ed avventata, siamo con la presente a chiederLe un Suo intervento, capace di restituire futuro a Valtur ed ai propri ex dipendenti.".

Di seguito (sotto) il testo completo dell'appello dei lavoratori Valtur.

Egregio Ministro Di Maio, ci rivolgiamo nuovamente a Lei ed al Suo Ministero, confidando che la vicenda Valtur non sia arrivata all'ultima spiaggia, come temiamo, e ci siano invece ancora le condizioni per salvare un patrimonio industriale e professionale unico. Purtroppo noi “ex” lavoratori Valtur non abbiamo trascorso un’estate serena così come fortunatamente  milioni di Italiani, ma abbastanza amara visto che il nostro unico pensiero era: cosa ci aspetterà a settembre? E sotto gli ombrelloni, per strada, in viaggio si sentiva: “ma hai saputo di Valtur? E’ Fallita?!! Nooo è in liquidazione, nooo è stata comprata da un altro operatore quindi salva...ma come mai, andava così bene...sono state le vacanze più belle dell’infanzia mia ed dei miei figli..!” Ebbene si, tutto vero o quasi, come è noto l’azienda VALTUR SPA (che ora ha assunto la nuova denominazione T.ONE), già di proprietà del Fondo Investindustrial della famiglia Bonomi, è in procedura di concordato liquidatorio dal 12/03/18. La crisi irreversibile e apparentemente inspiegabile nella quale è stata trascinata dalla “cura” Bonomi ha messo in ginocchio decine di piccoli, medi e grandi fornitori,  determinato il licenziamento di tutti i dipendenti della sede milanese di Valtur (circa 150) e lasciato a casa oltre 500 tra dipendenti stagionali dei villaggi rimasti chiusi questa estate. Della gloriosa Valtur è rimasto solo il marchio, messo all'asta ed acquisito, senza ramo d'azienda, per più di 5 milioni di euro. Con la conseguenza di spazzar via occupati e villaggi, garantire unicamente la possibilità ad Investindustrial di incassare liquidità con cui ripianare parte del mostruoso indebitamento accumulato e mettere la nuova proprietà, la Nicolaus Srl, di aggiudicarsi il brand italiano più rappresentativo della villaggistica: una scatola vuota, al momento, priva come è dell'anima, ossia delle persone che hanno reso Valtur celebre nel mondo. Proprio perché Valtur è una icona del turismo italiano, ma anche alla luce delle operazioni intercorse con Cassa Depositi e Prestiti, ci chiediamo come sia stato possibile che lo “Stato” non sia riuscito ad evitare il crack aziendale, lasciando così che un’azienda fondata nel 1964 (con partecipazioni statali) simbolo del “made in Italy”,  capace di valorizzare nel mondo pezzi del nostro Paese, sia finita in un buco nero. Siamo consapevoli del fatto che la crisi Valtur sia giunta sul Suo tavolo e di quello del ministro Centinaio solo a poche settimane dall'insediamento ufficiale del Governo e nel caso di Centinaio, quando ancora il turismo doveva essere trasferito al ministero delle Politiche Agricole ed a nulla sono serviti i vari incontri al MISE come la battaglia a nostro fianco della Filcams/Cgil e le altre sigle sindacali che ci hanno supportato in questo difficile percorso. Le chiediamo quindi di non archiviare nei faldoni del suo Ministero la storia di Valtur, fino a qualche mese fa bellissima, sia per noi che l’abbiamo vissuta sia per i milioni di Italiani che l’hanno scritta insieme a noi. Una storia che doveva continuare con una stagione estiva promettente alle porte quando, inaspettatamente, è arrivata invece una lettera che indicava: il viaggio finisce qui! Pur nella consapevolezza di non rappresentare, al pari di ILVA, un caso nazionale, certi però che Lei comprenda quanto sia angosciante ritrovarsi, dalla sera alla mattina, “in mezzo ad una strada”, vittime di una proprietà miope ed avventata, siamo con la presente a chiederLe un Suo intervento, capace di restituire futuro a Valtur ed ai propri ex dipendenti. Cordiali saluti Milano 14/6/18