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REGGIO EMILIA: TUTTI LIBERI , TRANNE I LAVORATORI DEL COMMERCIO

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3 gennaio 2011


Reggio Emilia: Tutti liberi , tranne i lavoratori del commercio


Un anno fa, in maniera provocatoria e per polarizzare l'attenzione sulle deroghe agli orari commerciali, la Filcams Cgil, la Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Reggio Emilia, decisero di proclamare sciopero il 6 di Gennaio “EPIFANIA” data in cui la Regione Emilia Romagna decise di far iniziare i saldi. Ora lo scenario e ben più grave.
“Ciò che temevamo” affermano i sindacati del commercio “si è realizzato in pieno: liberalizzazione totale degli orari di apertura con la possibilità di aprire tutte le 52 domeniche dell'anno e tutte le festività. Non c'è da meravigliarsi se un' economia che non rispetta l'ambiente e la natura ora arrivi a non rispettare l'uomo, sacrificato da un organizzazione del lavoro, pensata, attuata e studiata in funzione della concorrenza e del massimo profitto.”

E' un'idea capovolta della crisi: meno possibilità di spesa con l'aumento della povertà delle famiglie più negozi dove spendere e consumare .
“Il duplice effetto prodotto sarà quello di una perdita di posti di lavoro per la chiusura di migliaia di piccole imprese che non potranno reggere il peso della concorrenza e un aumento della precarietà, non solo nel commercio, ma in tutta la filiera.”
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto ai Comuni e alle associazioni datoriali un tavolo di confronto per mantenere le attuali regole sugli orari di apertura, sulle deroghe e contestualmente iniziare un confronto anche su come intendono affrontare la questione della liberalizzazione dei nuovi insediamenti commerciali.
Nel frattempo, hanno invitato tutte le lavoratrici e lavoratori ad inviare una e-mail agli amministratori del Comune in cui vivono, all'assessore Regionale al Commercio e al Presidente della Regione, chiedendo loro di esprimersi su questa liberalizzazione senza nascondersi all'ombra di un Governo Tecnico .
E in attesa di un segnale di vita dalle istituzioni e dalle Regione Emilia Romagna sarà valutata la possibilità di proclamare sciopero per tutte le Festività laiche e religiose del 2012: “per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori - fosse anche uno solo - di poter, in maniera “sobria” festeggiare da soli, con la propria famiglia o con chi più gli aggrada, dalla Festa della Liberazione al Santo Natale.”