13/10/2022 ore: 18:24

Terme di Montecatini, presentato il concordato in bianco

Nel futuro della struttura il possibile acquisto di uno stabilimento da parte della Regione Toscana

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Sta prendendo una forma più concreta almeno una delle possibili soluzioni ipotizzate per il futuro delle terme di Montecatini. L'udienza per l'istanza di fallimento della società presentata dalle banche, che si è tenuta l'11 ottobre, ha visto la già ventilata presentazione di un concordato in bianco. Il giudice delibererà nei prossimi giorni se accettarlo o meno, non avendo ancora la società votato i bilanci del 2020 e del 2021.

Alla notizia dell'istanza di liquidazione, a settembre, ha fatto seguito un incontro con la Regione, alla quale fa capo il 67% della società Terme, nel corso del quale era emerso l'interessamento di due possibili acquirenti, un fondo e un privato, ma era stata avanzata anche l'ipotesi dell'acquisto di una porzione degli immobili da parte della Regione, che non prevederebbe investimenti ma permetterebbe il proseguimento delle attività esistenti.

Una prospettiva che è stata delineata più chiaramente il 4 ottobre, in occasione dello sciopero dei dipendenti delle terme e della manifestazione organizzata davanti alla sede della Regione in piazza del Duomo, a Firenze.

A margine della partecipata protesta delle lavoratrici e dei lavoratori il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha fornito qualche dettaglio in più sull'intenzione di acquisto di uno degli immobili appartenenti alla società, ovvero il celebre Tettuccio, lo stabilimento storico dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Un'intenzione conservativa dunque, non solo in termini occupazionali ma di tutela del patrimonio culturale del territorio.

"Dal momento in cui il concordato verrà accettato, ci saranno 60 giorni di tempo per presentare un piano a giudice e creditori", spiega Alessandro Cartei, segretario generale Filcams Cgil Pistoia. 

L'acquisto dello stabilimento di spicco da parte della Regione permetterebbe di salvaguardare il lavoro e di mantenere attiva l'offerta pubblica delle terme, mentre i restanti immobili - sono cinque in tutto gli stabilimenti, di cui solo due al momento in attività - potrebbero essere acquisiti da privati anche se, ricorda Cartei, "negli anni sono stati fatti bandi di gara per la vendita degli immobili, ma non si è presentato nessuno".

Le terme di Montecatini lottano per sopravvivere e sarà senz'altro un buon risultato riuscire a garantire la continuità dell'attività e confermare i posti di lavoro, ma per una struttura di tale pregio appare sempre lontana purtroppo la prospettiva di un investimento strategico, in grado mettere a frutto il valore e le potenzialità di un complesso che potrebbe attrarre molto più della clientela del segmento sanitario.