7/3/2015 ore: 13:48

Una finestra sul lavoro

Parola alla segretaria generale Maria Grazia Gabrielli: Riforma del mercato del lavoro e delle tipologie contrattuali: quale futuro?

L’elezione del capo dello stato, la vittoria di Tsipras in Grecia e lo stop tedesco, la possibiler rottura del patto del Nazareno con l’incertezza sul futuro di Forza Italia, e una nuova dialettica del Pd. Gli avvenimenti politici degli ultimi giorni prendono prepotentemente la scena, distogliendo l’attenzione dei media italiani dagli interventi che il Governo tarda a concretizzare.
Dalla riforma del lavoro e delle pensioni alla lotta all’illegalità, in particolare negli appalti pubblici, dal rilancio dei consumi agli incentivi al lavoro per giovani e al sostegno per chi il lavoro lo ha perso.
E il mondo del lavoro intanto, continua la sua battaglia, singole, piccole, grandi battaglie.
Il settore commerciale continua a vivere una profonda sofferenza, fallimenti, chiusure aziendali, difficoltà di gestione o mancato pagamento degli stipendi, indicano che la ripresa economica non può essere nutrita con facili ottimismi. All’Auchan di Bari, 119 lavoratori hanno occupato il punto vendita, per protestare contro la decisione di chiudere dal prossimo 28 febbraio e si fanno serrate le trattative per cercare una soluzione a salvaguardia del lavoro.
Mercatone Business, azienda storica della distribuzione organizzata del mobile, complementi di arredo e casalinghi, che conta 79 punti vendita in tutta Italia con circa 3500 dipendenti, ha presentato istanza di concordato preventivo “in bianco”. I confronti con l’azienda procedono con incertezza, si prospettano possibili acquirenti ma solo per la metà dei negozi.
E ogni giorno si alternano le notizie relative alle difficoltà di marchi sparsi su tutto il territorio italiano: la Metro di Pordenone, Euronics ad Andria o Ecco ad Ancona.
In attesa del Consiglio dei Ministri del prossimo 20 febbraio, giornata fondamentale per comprendere nello specifico gli elementi della riforma del lavoro con il Dlgs di riordino delle tipologie contrattuali, si alternano ipotesi non confortanti.
Se la completa abolizione dell’Associazione in partecipazione (più volte paventata anche nella riforma Fornero e mai attuata) e delle Collaborazioni a Progetto, potrebbero essere un primo timido segnale per cercare di contrastare forme di lavoro irregolare, le altre proposte non tranquillizzano affatto. Ancora in sospeso il futuro del lavoro a chiamata, ma ormai certa l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e il nuovo sostegno alla disoccupazione Naspi come  la realizzazione di un sistema degli ammortizzatori sociali che sarà più debole di quello oggi esistente.
L’intento ipotizzato di promuovere il lavoro stabile aumentando la flessibilità in uscita (e facilitando i licenziamenti) rischia di essere un operazione solo in favore delle imprese che tenteranno in ogni modo di continuare a ridurre il costo del lavoro e consegnare un lavoro più incerto, per i giovani e per i meno giovani.
In questi lunghi anni di crisi abbiamo verificato profondi cambiamenti delle scelte dei consumatori, condizionati dalle difficoltà, stiamo assistendo alla crisi di diverse formule commerciali, abbiamo visto la trasformazione del consumo legato anche alla tecnologie, ma la mancanza di investimenti nel paesecontinua ad essere il vero elemento critico, anche per il terziario e per la distribuzione commerciale. Abbiamo bisogno di interventi certi sulle politiche di sviluppo che possano far ripartire la crescita e i consumi interni.
In questo quadro,  il sindacato e i lavoratori vivono la quotidianità delle tante battaglie per rivendicare e costruire soluzioni  nelle aziende e nei territori in crisi e la politica non sembra sintonizzata su questa emergenza.
E' possibile e necessario ripartire dal lavoro e non da una "contro-riforma" verso il lavoro.  Ci sono le condizioni per costruire un modello diverso, per cambiare veramente e consegnare fiducia per il futuro, soprattutto c'è spazio per consegnare una vera riforma del lavoro che metta al centro la dignità e la qualità,  le tutele universali, l'inclusività e non divisioni e debolezze.