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UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA: IL CAMBIO APPALTO LASCIA A CASA I LAVORATORI DEL FRONT OFFICE

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14 luglio 2010


Università Ca’ Foscari di Venezia: il cambio appalto lascia a casa i lavoratori del Front Office

È ormai da dicembre 2009 che la Filcams Cgil di Venezia e la Uil Trasporti di Venezia combattono a fianco dei 43 lavoratori ( in prevalenza donne) che non hanno più un’occupazione. Da anni infatti, i lavoratori erano impiegati presso le portinerie dell’Università Ca’ Foscari di Venezia come operatori Front Office, ma le nuove cooperative vincitrici dell’appalto, Consorzio Prodest e l’Ati Il Guerriero di Milano, non hanno dato seguito al precedente rapporto di lavoro.
Secondo il capitolato speciale d’appalto dell’Università Ca’ Foscari, l’impresa subentrante deve “garantire l’assunzione senza periodo di prova degli addetti esistenti in organico sull’appalto risultanti da documentazione probante”, applicando “nei confronti dei lavoratori condizioni normative e retributive non inferiori a quelle risultanti dal CCNL e dal Contratto Integrativo Territoriale della Provincia di Venezia”.
Clausole non rispettate dalle due società che ai lavoratori firmatari del contratto hanno applicato il rapporto discontinuo; pur non svolgendo mansioni di lavoro che giustificassero tale forma contrattuale. ( l’art. 32 del CCNL Multiservizi prevede il ricorso alla discontinuità solo per cinque precise figure professionali nelle quali non rientra la figura professionale dell’operatore di Front-Office).
Nonostante due ordinanze favorevoli del Tribunale del lavoro di Venezia, che dispongono l’obbligo per le due società di reintegrare i lavoratori con le stesse condizioni, e l’intervento sia della Regione Veneto che del Comune di Venezia che chiedono all’Università di intervenire per far rispettare le suddette sentenze, la situazione è ancora in stallo e i lavoratori ancora a casa.
L’università, tra l’altro, avrebbe la possibilità, visti i presupposti contrattuali e normativi, per poter recidere il contratto con le due società inadempienti.
“I lavoratori sono ancora a casa e senza retribuzione da dicembre 2009” afferma Monica Zambon della Filcams Cgil Venezia che da mesi segue la vertenza “nel silenzio del Rettorato di Ca’ Foscari che paga un’azienda, con risorse pubbliche, non rispettosa delle ordinanze del Tribunale di Venezia nonché dei precetti normativi che regolano il sistema degli appalti.”
“Resta sempre vivo il dubbio” prosegue Zambon “circa la necessità di esternalizzare un così importante ed articolato servizio all’interno dell’Università”.