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LIBERALIZZAZIONI COMMERCIO: FILCAMS CGIL, NON RILANCIANO I CONSUMI E NON CREANO NUOVA OCCUPAZIONE

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4 gennaio 2011


Liberalizzazioni commercio
Filcams Cgil, non rilanciano i consumi e non creano nuova occupazione


A 48 ore dall’entrata in vigore della liberalizzazione degli orari commerciali appare sempre più chiara l’assurdità del provvedimento, sostenuta da tanta mistificazione e molta ignoranza sulle problematiche del settore distributivo italiano. Che questa decisione, poi, sia stata partorita da illustri accademici non può che aumentare lo sconcerto.

“Prima mistificazione è sicuramente la crescita dei consumi” afferma Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil, che segue il settore del commercio “Nessun ministro o sottosegretario, nessun sostenitore di tale provvedimento è in grado di dimostrare il nesso tra le aperture H24 e la crescita dei consumi. E’ impossibile dimostrarlo, perché la crisi dei consumi in Italia non è data dalla carenza di servizio distributivo, ma dalla mancanza di reddito da parte dei consumatori.
Se il Governo vuole rilanciare i consumi deve ridurre il peso fiscale sui consumatori, favorire l’incremento di pensioni e salari, non tenere sempre aperti i negozi. Questa elementare regola dell’economia, già dimostrata in questi anni, vale doppio in una fase di recessione, come quella che si preannuncia con la manovra “salva Italia”.

Altra grande mistificazione è il possibile aumento dell’occupazione.
“Un Governo di professori avrebbe dovuto semplicemente studiare ciò che è accaduto in questi ultimi anni, con le continue aperture domenicali e festive” prosegue il segretario “Altro che aumento dell’occupazione! Il risultato è stato l’aumento esponenziale delle assunzioni temporanee e part-time, esattamente l’opposto di ciò che va predicando il Governo, per dare un futuro previdenziale ai giovani.”

Di sicuro, assieme alla cannibalizzazione, da parte della grande distribuzione, del commercio medio e piccolo, che molto contribuisce alla vita delle città, avremo il peggioramento delle condizioni di chi lavora nei grandi centri commerciali e negli ipermercati.
“E’ veramente impressionante il totale disinteresse del Governo e degli stessi partiti, a partire da quelli che maggiormente dovrebbero rappresentare il lavoro, per le conseguenze che si avranno, in particolare sulle donne, la stragrande maggioranza degli addetti al settore. Proprio per il fatto che nessuna occupazione aggiuntiva verrà a determinarsi, diventerà impossibile conciliare tempi di vita e di lavoro, già massacrati da una organizzazione del lavoro fondata su orari discontinui e turni spezzati.
Sarebbe bastato dare un’occhiata alla realtà, invece che partorire teorie prive di fondamento. Forse è per questo che il Governo disdegna una vera concertazione con i sindacati e le Regioni, pagando anche il prezzo di un grande caos normativo, già scoppiato in materia di competenze costituzionali in materia!”

Un Governo che, in questo caso, non può nemmeno invocare le pressioni della Merkel e Sarkozy. Infatti, in Germania e in Francia gli orari commerciali sono tutt’altro che liberalizzati, ed il venerdì sera, come è noto, la stragrande maggioranza dei negozi chiude per l’intero week-end, con buona pace dei consumatori e senza mettere in ginocchio il sistema distributivo! Come mai questa verità viene nascosta?

Per tutto ciò la Filcams-Cgil continuerà a battersi contro un’idea di consumo contraria alla dignità ed alla condizione di chi lavora, senza peraltro contribuire a risollevare le sorti del settore